Tanti dubbi dei commercianti sul Dpcm: “Nessuno mi sa dire se posso aprire la mia attività.”

Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice

 

 

Mi chiamo Sarah Santojanni e ho un’attività di toelettatura nella mia città.

Amo la mia terra e nonostante tante difficoltà ho voluto investire ritornando in Calabria dopo parecchi anni.

Il Covid ma soprattutto i decreti che si stanno susseguendo stanno fortemente minando quello che ho costruito in questi anni.

Se sono sopravvissuta al primo decreto di chiusura, ho difficoltà serie ad affrontarne questo nuovo.

La mia situazione sa ancor più di beffa.

Nel Dpcm del 11 marzo siamo stati accomunati erroneamente ai parrucchieri,

nonostante la nostra attività ha pochissimo contatto con il pubblico ma con i nostri bellissimi clienti animali.

Nel secondo Dpcm entrato in vigore oggi, la situazione si ripete.

Siamo stati scorporati dai servizi per la persona e il nostro codice Ateco non rientra tra le categorie che possono restare aperte, così ci costringono a nuova chiusura.

Cosa assurda ribadendo il basso rischio della nostra attività avendo noi stessi come categoria depennato persino la sala d’attesa.

Oggi la mia saracinesca è chiusa e questo sa ancora più di amaro, perché a un giorno prima dell’entrata in vigore del decreto, nessuno mi ha mai dato la certezza se il mio negozio potesse rimanere aperto.

Telefonicamente la prefettura ha risposto di no, qualcuno al comune mi ha detto di sì, i vigili urbani hanno detto di no, il mio commercialista si.

Nessuno però ha voluto mettere per iscritto, nessuna responsabilità.

Si sa che se ti becchi la multa amministrativa o penale, sei solo e spariscono tutti.

Sperando che venga sciolto questo nodo nel fine settimana la mia saracinesca resterà chiusa in forma cautelativa.

Ho tanta paura di ricorrere in sanzioni ma ho molta più paura di non poterla alzare più.

Vicina a tutti i commercianti che lottano per sopravvivere.

Grazie per avermi ascoltata