Concediamo come sempre il diritto di replica in merito alla lettera di una mamma pubblicata da noi oggi (che potete leggere QUI)

“Le righe che seguiranno derivano dal mio doppio ruolo di docente innamorato e di giornalista libero.
Mi corre l’obbligo, dunque, di puntualizzare alcuni concetti molto importanti relativi al mondo scuola, di cui faccio orgogliosamente parte.
La questione a cui mi riferisco è il caso specifico del genitore che scrive una lettera, anonima, ça va sans dire, alla pagina Facebook ‘Cosenza2.0’, sicuramente senza appurare ciò che scrive, probabilmente con un tantino di superficialità.
Proviamo a fare chiarezza e a ricordare a tutti come funziona: un Dirigente scolastico ha le competenze e conosce le leggi, che mette in pratica, non senza un puntuale studio, aggiornamento e coordinamento con la Regione, il sindaco, il territorio, gli enti locali, il consiglio di istituto, il collegio docenti, i vari gruppi di lavoro, i collaboratori, il personale scolastico, i genitori degli alunni, gli alunni.
Senza scendere troppo nei dettagli, il compito di un dirigente e di tutte le professionalità che agiscono dall’interno in questo mondo tanto complicato e bistrattato, ma altrettanto entusiasmante e intenso, hanno tutte le qualifiche, le competenze e l’umanità (non dimentichiamolo mai) che servono per poter vivere la scuola, oltre che dirigerla.
Entrando nel merito della questione, in una situazione di estrema emergenza Covid, la D.S. ha preso in mano la situazione ed ha proposto alle famiglie un questionario per esprimere la singola preferenza: mensa si o mensa no. Partendo dal presupposto che la decisione di tenere aperte o chiuse le mense scolastiche non spetta alla singola istituzione scolastica ma al sindaco della città, la scuola, nella persona della D.S. illuminata, preparata e molto umana, ha provato, ancora una volta, ad essere accanto alle famiglie, passando al vaglio ogni singola esigenza di un istituto (circa 1500 studenti, dunque circa 1500 famiglie) e comunicando al Comune le risposte dei genitori. Il Comune, non la Dirigente, ha deciso di conseguenza.
Inoltre, vorrei ricordare a quei genitori con la memoria corta, che preferiscono puntare il dito contro la scuola (probabilmente ora va di moda, come il nero) che il sindaco della città e la Regione Calabria, hanno tentato di prendere i provvedimenti più adeguati in un momento storico così delicato, ponendo al primo posto il diritto alla salute. Proprio in quel momento però, in cui forse non contava così tanto quel diritto assai sventolato oggi, orde di genitori sbalorditi e sfavorevoli a tale decisione, hanno portato avanti un ricorso (anche questo è un concetto che sta sempre bene con tutto, come il nero di cui sopra) presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) che, in men che non si dica (ma la giustizia non aveva una lentezza intrinseca?!), boccia le ordinanze proposte dal sindaco e dalla Regione e decreta il rientro in presenza.
Questo breve ricordo proprio per rammentare che si è fortemente tentato di tutelare il diritto alla salute che mai è andato in contrasto con il diritto all’istruzione, ma anche in quel momento qualcosa non andava bene.
Dunque, oltre a scrivere fiumi di inchiostro, i genitori hanno pensato bene di opporsi in quel momento alla decisione di chiusura per poi tornare a opporsi, oggi, nuovamente, per il motivo contrario.
È bene sottolineare, inoltre, che i docenti tutti, nonché la Dirigente in questione, sono stati anch’essi travolti dalle decisioni altrui, ma si sono sempre adeguati, rispettando ruoli e scelte, con la responsabilità morale prima ancora che professionale, di mantenere sempre il sorriso, in presenza come a distanza. Val la pena, infine, ribadire, se ce ne fosse ancora bisogno, che la vera scuola è in presenza, che i docenti vivono di scuola, sono innamorati dei propri alunni, hanno bisogno del contatto umano ed hanno sempre fatto molto più di ciò che rientra canonicamente nel contratto di lavoro, proprio perché essere un insegnante non è un semplice lavoro, è una missione, è un istinto, è amore. E nella mia scuola tutti condividiamo questo amore.
A conti fatti, insomma, la scuola, fin dove può arrivare, prende decisioni assumendosene tutta la responsabilità. I genitori intervengono puntualmente, disinformati e con giudizi affrettati. Che fare?
A mio parere è necessario essere intellettualmente onesti e riuscire a calibrare le proprie opinioni, possibilmente sulla base di ciò che si conosce e ciò che si ignora.
Altrimenti, bisogna proprio dare ragione all’immortale Umberto Eco, il qualche sosteneva che i social hanno dato risonanza a coloro i quali nemmeno nel bar del Paese avrebbero avuto ascolto!
Suvvia, siamo onesti e pensiamo prima di scrivere, soprattutto riguardo ad argomenti che non conosciamo, senza necessariamente essere i “tuttologi” della situazione.
Voglio con tutto il cuore rammentare, infine, il ruolo del docente che è, in primis, educare al rispetto delle idee, al valore della verità, al potere dello studio; è formare l’uomo e la donna del domani, è istruire.
In un Paese civile che si rispetti, il mondo dell’istruzione e della scuola in particolare, riceverebbe il rispetto che merita.
Pensiamoci.“
Mario Ferrantino Cosenza – IC Rende Commenda


