
Nella storia del basket mondiale, ma anche di quello italiano, vi sono alcuni nomi che sono stati senza dubbio più importanti e rappresentativi di altri. Tra questi vi è Emanuel Ginobili, meglio conosciuto come Manu, ex campione argentino che ha realizzato una carriera strepitosa tra Argentina, Europa e Nordamerica, diventando così un vero e proprio eroe dei tre mondi. Il nativo della località di Bahia Blanca, la cui famiglia è originaria delle Marche, è stato figlio della grande passione per la palla a spicchi nella sua città natale, e fin da ragazzo ha manifestato un enorme amore per il basket. Pochi ricordano, però, che la sua grande carriera ha avuto come trampolino un luogo italiano, anzi per la precisione calabrese.
Il classe 1977, infatti, ha giocato per la prima volta fuori dal suo paese nella squadra di Reggio Calabria, la Pallacanestro Viola, fondata nel 1966. Arrivato nell’estate del 1988, ossia all’età di 21 anni, sullo Stretto, il mancino argentino ha fin dal primo istante fatto innamorare tutti per il suo talento, venendo infatti poi reclutato due anni dopo dalla Virtus Bologna, una delle squadre favorite alla vittoria del campionato attuale da quanto indicano le quote delle scommesse sul basket più attuali del momento. Già dal suo esordio con la maglia della Viola, infatti, Ginobili aveva fatto capire di essere un giocatore diverso, sia dal punto di vista tecnico sia da quello mentale. Capace di trascinare la compagine di Reggio Calabria al quinto posto in classifica dell’allora Serie A1 e di sfiorare l’accesso in semifinale, l’argentino fu una delle migliori guardie del campionato e fu già scelto in modo preventivo dai San Antonio Spurs al draft del 1999.
Tuttavia, la franchigia texana decise di farlo restare un altro po’ in Europa per favorirne la progressione dal punto di vista tattico e dell’esperienza. Scelta azzeccatissima perché Manu forgiò pian piano il suo carattere indomabile e la sua tecnica, diventando un giocatore completo e vincendo ben quattro titoli con la Virtus Bologna, dei quali uno Scudetto e una storica Eurolega che lui ricorda sempre con grande emozione nel cuore. In definitiva, l’esperienza italiana tra Reggio Calabria, dove era il leader assoluto dal punto di vista tecnico, e Bologna, dove fu uno dei tanti fenomeni, gli permise di crescere in modo graduale e potersi poi presentare nella difficilissima NBA con la forza giusta per potersi imporre.
Il suo apprendistato italiano fu a tutti gli effetti concreto, dato che appena approdato in Texas l’argentino divenne subito uno dei giocatori più importanti degli Spurs, dove condivideva lo spogliatoio con giocatori come Tim Duncan, Tony Parker e David Robinson. Vincitore di ben quattro anelli nel campionato di basket più difficile e competitivo del mondo, Manu non ha però mai dimenticato Reggio Calabria, dove è tornato in passato per ricevere il San Giorgio d’oro. D’oro come la medaglia alle Olimpiadi 2004 che la sua Argentina tolse all’Italia anche grazie alle sue evoluzioni. Le evoluzioni di un fenomeno del basket che ha fatto la storia in Argentina, in Europa e negli USA.



