Il post pubblicato adesso sulla pagina del sindaco di Cosenza:

“Riprendano, sia pure con prudenza e con tutte le precauzioni possibili, le attività commerciali e turistiche in Calabria. E la Presidente Santelli proceda anche con altre aperture, consentendo, ad esempio, ai proprietari di seconde case di poterle raggiungere.
Sono convinto che se in Calabria fosse avvenuto ciò che è successo in Lombardia, cioè a parti invertite per numero di contagi, intorno alla nostra regione adesso ci sarebbe un cordone sanitario e in Lombardia nessuna attività sarebbe stata mai interrotta.
A Cosenza i cittadini hanno avuto un comportamento esemplare ed è stato sufficiente rivolgere loro solo un appello per il rispetto delle misure di contenimento senza mai ricorrere da parte mia ad atteggiamenti da “sindaco sceriffo”.
Dispiace constatare, invece, che in altre città del nord e a Milano -a proposito delle immagini diffuse dai Navigli- persistano ancora comportamenti superficiali con mancanza di senso di responsabilità, che mettono a rischio la salute di tutti i cittadini italiani e la possibilità di una ripresa economica del Paese.
Trovo paradossale, senza voler con questo alimentare ataviche contrapposizioni tra Nord e Sud, che dove il virus persiste e ha fatto tante vittime, tutti escono e lavorano. Lo stesso Veneto emana ordinanze che possono generare dubbi rispetto alla conformità al DPCM e tutto va bene. In Calabria, invece, si viene compulsati e si alimenta il terrorismo psicologico.
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Ritengo giusto che non si entri in conflitto tra istituzioni, altrimenti si generano confusione e incertezza tra i cittadini. Noto, però, che c’è un fiorire di ordinanze di Presidenti di Regioni, anch’esse tutte in conflitto con il contenuto del DPCM, e non per quattro tavoli all’aperto, ma per consentire spostamenti e attività molto più laboriose e particolari: dalla riapertura delle spiagge, alla nautica, alle seconde case, alle attività sportive, ecc. Non si capisce allora il motivo per cui l’ordinanza della Calabria è stata impugnata e quelle di tante altre Regioni no. Due pesi e due misure non è un metodo ormai più accettabile per i calabresi.
Certo, questo non deve spingere al “liberi tutti”, perché è importante mantenere un atteggiamento prudenziale.
La nostra risposta dalla Calabria è contenuta nella disciplina, nello spirito di sacrificio e nel senso civico dimostrato dai cittadini in questo particolare periodo di grave emergenza. Così è stata data una significativa dimostrazione a chi ancora esprime ridicole offese nei confronti del Sud.
Questa è l’occasione perché si capisca, una volta per tutte, che è venuto il momento di puntare concretamente allo sviluppo delle regioni del Sud, come prospettiva non solo per la ripresa economica, ma per il rilancio del nostro Paese.”
Fonte: Pagina Facebook Occhiuto


