Il nostro lettore Edoardo di Cerzeto (Cosenza) ci vuole raccontare la sua esperienza …a proposito di “Sanità a Cosenza”:
[widgetkit id=”171″ name=”Edoardo”]
“E’ successo tutto quasi 6 anni fa, il 5 luglio 2011. Mi trovavo con Carol, mia moglie di 33 anni, sulla piazza del nostro paese, quando all’improvviso ha perso conoscenza. Immediatamente abbiamo chiamato il 118 il quale è arrivato in circa 40 minuti…
Il destino di mia moglie si segna praticamente qui, nei prossimi “pochissimi” minuti:
Il “dottore” in servizio al 118 (volutamente minuscolo e tra virgolette) fa le sue prime (superficiali) verifiche, ed in un attimo fa la sua diagnosi: “Sua moglie ha UNA CRISI ISTERICA”!!!
Alla mia incredulità, ed all’insistenza dei presenti di portarla con se in ospedale, ha il buon gusto di rispondere “faccia il suo lavoro, che io faccio il mio”, addirittura schiaffeggiandola per riprendersi (testimoni tutta la piazza). Le ha attaccato la flebo e somministrato del valium, dicendo che la signora avrebbe “dormito per un paio di ore e poi si sarebbe risvegliata senza fastidi”. E così dopo 20 minuti l’ambulanza è andata via vuota.
Ecco, probabilmente in questo momento si segna il destino dei miei figli, Carmine e Daniel. Quello di vedersi strappato per sempre l’amore della loro mamma.
Da qui in poi è solo un susseguirsi di avvenimenti, che vi riporterò, ma che purtroppo non potevano più forzare un destino ormai segnato.
Praticamente nelle ore dopo la ripartenza dell’ambulanza Carol non si riprendeva. Anche la flebo non faceva effetto e lei emanava solo lamenti. Preso ormai dal panico e dalla disperazione più totale, metto (dopo 5 ore ormai…) mia moglie in macchina e scappo al pronto soccorso di Cosenza. Non voglio e non posso dire niente contro i medici che abbiamo trovato qui. Hanno subito riconosciuto la gravità e sono immediatamente intervenuti sul vero problema di mia moglie “ROTTURA DI ANEURISMA CEREBRALE” …ed emorragia che ormai da ore si stava diffondendo nella testa di Carol.
C’è poco da aggiungere, sono intervenuti con un drenaggio cercando di far uscire il sangue dal cranio e riparare l’impossibile. Ricoverata in rianimazione dopo 6 giorni si è tentato l’operazione disperata di “clipper”, ma il 13 luglio Carol ci ha lasciati.
Nessuno sa se una diagnosi corretta avrebbe veramente salvato la nostra mamma …ma sicuramente il medico con la diagnosi errata le ha negato la possibilità di salvarsi. E l’idea che la speranza ci è stata frantumata da un “medico” arrogante ed incompetente …mi continuerà a tormentare per sempre.
Da 5 anni ormai è in corso il processo, ma tra rinvii, assenze e varie …questo “dottore” è ancora in servizio… (non so se come allora presso il 118)”
[widgetkit id=”173″ name=”Edo3″]


