Lettere 2.0: “Sgarbati e scontrosi all’Asp, solo per aver chiesto informazioni sulla mia tessera sanitaria”

Riceviamo lo sfogo della nostra lettrice Mariangela:

 

 

“Ore 8:40, ASP di Rende, nella quale mi reco per una semplice richiesta di tessera sanitaria. Aspetto alcuni minuti e arrivato il mio turno mi avvicino alla signora che attendeva allo sportello dicendole “buongiorno, dovrei richiedere il codice fiscale, essendomi scaduto“.

Nervosamente questa risponde “la tessera sanitaria!!“. Allora le dico di sì, certo, e le spiego che già da tempo avevo fatto richiesta e mi era stato detto che entro un mese mi sarebbe arrivata a casa, ma ancora nulla.

Sempre la signora, non facendomi terminare, mi chiede a chi l’avessi chiesta e allora le dico che ho chiamato al numero verde e ho fatto inizialmente da lì la richiesta. Ma qui vedo la signora infuriarsi e dire “ma quale numero, che non ci stanno numeri, e poi loro non possono inviare nulla“.

Con molta gentilezza le rispondo che questo non lo so, so solo che ho trovato il numero verde su internet e ho chiamato e mi è stato risposto così. La signora allo sportello, ancora infastidita, controlla sul suo PC e dice “ah sì, te l’hanno inviato ma è ritornata indietro“.

Nel mio stupore chiedo “come mai? …e cosa bisogna fare ora?“. Sempre più infastidita e trattandomi come una persona con problemi di comprensione dice: “il postino se l’è portata indietro e l’hanno rimandata alla sede a Roma, capito? Alla sede di Roma, qui non c’è più!“.

E allora le chiedo cosa bisogna fare… e la signora molto scortese mi risponde che non è che si possono fare più richieste, che è un problema mio e che non se ne occupano loro per queste cose, ma l’agenzia delle entrate. Nuovamente le chiedo consiglio di come potrei agire in questa situazione, se magari mi potrebbe fare una richiesta e magari anche cambiando indirizzo, per farla consegnare da un mio familiare che si farà trovare a casa, o se mi reco direttamente all’agenzia delle entrate o anche in posta.

La signora si alza dalla sedia con aria furiosa e continua a ribadire che il problema è mio! Che non ero in casa quando è venuto il postino. Alché mi soffermo, prendo le distanze e chiedo alla signora del perché si stesse scaldando per delle piccole informazioni e che forse non mi ero spiegata bene. Così, facendo un bel respiro, cerco di spiegare con calma e lentezza alla signora suddetta, che purtroppo, proprio come lei, lavoro tutto il giorno, quindi per questo non posso essere in casa quando passa il postino. E che quindi sto cercando di trovare insieme a lei una soluzione e che non c’era bisogno di fare in quel modo in quanto ero abbastanza tranquilla sulla questione.

Solo dopo ciò la signora si calma e continua a spiegare (io ormai scocciata dal suo tono e modo di fare) fornendomi temporaneamente il documento cartaceo della tessera sanitaria…!

Prima di andare via, mentre mettevo il documento in borsa, mi soffermo e con esatte parole dico alla signora “comunque non è questo l’atteggiamento adatto da utilizzare con il pubblico che viene qui per chiedere informazioni, perché personalmente anche io lavoro nel sociale, però non ci si comporta così. Perché lei mi ha aggredita per un nulla. Se tutte le persone vengono qui è proprio perché siete l’ufficio di competenza, altrimenti non sarei qui ora. Ognuno fa il proprio lavoro nella vita e ognuno ha una propria competenza lavorativa“.

La signora dopo questa frase si alza dalla sedia e dice “nooo, ma io non ho aggredito nessuno, è che parlavamo uno sopra l’altro e non ci capivamo“. Queste sono le scuse di un dipendente pubblico che lavora in un comune ASP nella provincia di Cosenza. Inciviltà, aggressività, nervosismo, incapacità, arroganza e presunzione. Senza nessun tipo di empatia e di educazione verso il prossimo.

E poi ci si chiede perché al Sud le cose non vanno bene… Fatevi due domande!!!

PS: FATE LAVORARE CHI VERAMENTE HA VOGLIA DI LAVORARE. FATE LAVORARE TUTTI I GIOVANI CHE FUGGONO ALTROVE.”

Mariangela