Lettere 2.0: “Questa sarebbe la vostra ‘prova personale’ del ristorante? Ecco perchè non trovate nessuno…”

Riceviamo lo sfogo del nostro lettore Francesco. (Prima che si scateni di nuovo il solito caso, specifichiamo, ancora una volta, che, per legge, non possiamo accogliere segnalazioni in cui viene fatto il nome dell’attività)

“Buonasera, vorrei raccontarvi la nostra esperienza con un ristorante di Cosenza, che è alla ricerca di personale.

Dopo aver contattato la mia ragazza, che si era candidata per il posto, le propone una prova, di domenica, 8 ore piene e qualcosa in più, per un compenso di 30 euro. 3,75 euro l’ora…

La divisa di lavoro era una T-Shirt usata e sporca e quando chiese direttive per poter dimostrare di saper lavorare, il titolare in persona le ha detto “nono, tu e i camerieri non dovete dire nulla, vado io” … e la sala vessava nel caos.

A fine servizio viene pagata e va via piangendo per l’umiliazione.

Oggi la ricontatta, dicendo che la prova per lui sono 34 giorni di lavoro… e che la giornata non ha un orario definito. Si sa quando si inizia, ma non quando finisce. Ovviamente sempre nel fine settimana.

Ecco perchè cerca e non trova mai mano d’opera. Certo, facile così, perchè anche gli altri collaboratori della suddetta attività sono tutti di passaggio. Anzo no, come dice lui, “in prova“…

Il compare usa questo metodo con piu ragazzi, li fa lavorare nei fine settimana per una miseria, per poi mandarli a casa. Quindi, contratto non considerato, norme igieniche pari a una bettola, compenso inadeguato…

Però poi si lamentano di non trovare personale. Lo schiavismo e lo sfruttamento deve finire. La gente prima di un bisogno economico ha una dignità. Usando la presa in giro: “eh, ma io ti devo vedere bene lavorare“…

Io ho fatto il cameriere 12 anni e la gente che sa fare questo mestiere, dopo 2 ore di lavoro capisce se vali o meno. Quindi ste prese in giro vanno denunciate.

I soldi non si fanno sulle spalle dei fessi che hanno voglia e necessità di lavorare, si fanno con il sudore e il sacrificio.”

Francesco