Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:

Buongiorno, ho deciso di scrivervi perché sono stanca di sentire che noi calabresi non abbiamo voglia di lavorare. Nessuno racconta la verità sulle difficoltà che siamo costretti ad affrontare per portare il pane a casa.
Vi racconto l’ultima esperienza lavorativa di mio marito. Dopo vari impieghi sottopagati e parzialmente in regola, ha trovato un lavoro apparentemente serio, che tra l’altro gli piaceva.
Alla fine del primo mese, sono iniziati i soliti problemi: niente paga. Quando finalmente è arrivato il primo stipendio, ci siamo resi conto che non erano state pagate né le trasferte né gli straordinari, come da accordi. Alle sue richieste di spiegazioni, il titolare ha risposto che non potevano permettersi di pagare gli straordinari e le trasferte, che queste erano le condizioni e che, se non gli andava bene, poteva andarsene. Naturalmente, mio marito ha stretto i denti: la famiglia deve mangiare. Gli stipendi arrivavano con alti e bassi, e a dicembre, il 23, ha ricevuto solo metà stipendio, giusto per fare la spesa di Natale e non far mancare nulla ai nostri figli. Poi più nulla fino a febbraio, quando il contratto è scaduto e non è stato rinnovato, perché ha osato chiedere i soldi che gli spettavano. Ad oggi, non abbiamo visto né i soldi mancanti né il TFR, e non sappiamo come recuperarli.
Non trovo giusto che chi ha voglia di lavorare debba avere paura di imbattersi in questi pseudo-imprenditori che si arricchiscono con il sudore degli altri. La cosa che mi dispiace di più è vedere mio marito disperato nella ricerca di un altro lavoro, che cerca di trasmettermi sicurezza, mentre vedo nei suoi occhi la paura di non poter trovare un altro impiego che ci dia la dignità che merita un padre di famiglia, un bravo lavoratore.
Vorrei credere che non dobbiamo per forza lasciare la nostra terra per poter lavorare. I calabresi hanno il diritto di sperare in un futuro migliore nella propria regione. È essenziale che le istituzioni, le imprese e la società civile collaborino per creare un futuro prospero per la Calabria, valorizzando le risorse locali e creando opportunità di lavoro qualificato. I calabresi hanno il diritto di realizzare le proprie aspirazioni nella loro terra.
(Lettera firmata)


