Riceviamo le parole della nostra lettrice Angela

“Gennaio 2003, porto mio padre, terminale al nosocomio dell’Annunziata: mi riceve un “primario” piuttosto noto, le sue parole ad una ragazzina di 24 anni subissata dal dolore e piegata dalla vita: “Cos’è questa carretta”? Ovviamente la carretta era mio padre.
Lo stimato medico non aveva riconosciuto il suo compagno e fratello del suo compagno di caccia, quando realizzò chiese scusa.
Oramai delle sue scuse non sapevo che farmene e lo subissai di insulti.
Marzo febbraio 2007, portai mia madre in pronto soccorso alle 07:30, lamentava dolori terribili all’addome.
La visitò il ‘genio’ di turno, stitichezza disse. Mi accusò di voler parcheggiare la stessa. L’addome di mamma era in condizioni pietose, gonfio, verdastro, pieno di graffi per il forte prurito.
Mi imposi, non me ne andai.
Minacciò di chiamare i carabinieri. Ma io restai. Cambio turno, ore 14:00. Arrivò lui, l’angelo: Antonio Rizzuti, primario di chirurgia d’urgenza, toccò l’addome con un dito.
La signora, disse, ha una scite in corso, va immediatamente ricoverata.
Quello che non fece per trovare un posto. Piuttosto che mandarci a casa, ci porto nel suo reparto. Lui, buono, dolcissimo, professionista eccelso.
Riuscì dopo una settimana ad inserirci in geriatria.
Un pomeriggio ci trovò in corridoio in attesa di un Oss per scendere e fare un’ecografia, stava smontando, eppure ci accompagnò lui. Allorché io gli dissi che era un medico, non era giusto, lui con un sorriso mi rispose: “Angiole, col camice o senza semp Toninu sugnu”!
Grande lezione di umiltà . Grande uomo, Grande medico.
Reparto geriatria 2007, ringrazio tutti: medici, infermieri, Oss, splendidi.
Di una umanità pazzesca con me e mamma, sempre nel mio cuore.
Grazie alla infermiera Annamaria Fioravanti degli altri non ricordo più i nomi purtroppo.
Maggio 2013, tocca a me, arrivo da Castrovillari in codice rosso, morta praticamente.
Sorda. Non camminavo. Non parlavo.
Mi portano in otorino.
Dal primario dott. Guzzo, dott. Lanza, dott. Gagliardi, dott. Fucile, dott. Merenda, gli infermieri, gli Oss, siete stati meraviglia.
Unici. Perfetti. Umani. Professionisti di grande esperienza.
Mi avete ridato la vita.
Voi con impegno e caparbietà avete saputo studiare il mio caso e capire dove altri hanno fallito.
Voi, siete come tutti i professionisti dovrebbero essere.
Il dott. Lanza ancora oggi mi accoglie con un sorriso ed è sempre disponibile.
Un abbraccio forte alla signora Teresa che si occupa della segreteria.
Donna unica e di un amorevole dolcezza, quanto sei speciale splendida Teresa.
Nello stesso posto inferno e paradiso.
Apprezziamo ciò che di buono abbiamo.
Questa gente è eccellenza”
Angela Giordano


