Lettere 2.0: “Mi ero illuso di fare impresa in Calabria, povero idiota. Imprenditori, facciamo rete…”

Riceviamo lo sfogo-appello di un nostro lettore, imprenditore locale:

 

 

Scrivo questa lettera a Lei Spettabile redazione, come se scrivessi a un amico che vedendomi in ginocchio mi da una mano per rialzarmi:

Amico caro, oggi mi sfogo con te , ti lascio vedere le lacrime che mi rigano il viso, lacrime che nascondono le guerre che ho perso.. Inizio a raccontarti il mio sogno sigillato da speranze e vittorie.. il mio sogno inizia anni fa’ … credevo di poter cambiare il mondo, invece il destino mi ha tradito…

Volevo cambiare il mondo, volevo cambiare una realtà che mi stava stretta, così ho pensato di fare azienda… povero idiota ….non sapevo …non conoscevo… avevo solo voglia di fare… incontrai i primi mostri, ma la mia anima ribelle non mi permise di arrendermi…

Inizia ad assumere… iniziai ad incassare bene… andai in banca… tutti amici perché portavo i soldi… Ricordo il direttore di allora (2010) di questa piccola filiale, mi ricoprì di onori e fiori… fino a che non ebbi io bisogno di aiuto…

In un attimo tutto si ribaltò, la paura iniziò a prendere il sopravvento, feci errori, senza mai cadere in compromessi di nessun genere… Iniziai a scegliere se era più giusto pagare le tasse … fornitori o collaboratori…

Quel paradiso iniziò ad essere un giardino di spine… pur di non licenziare iniziai a barattare il lavoro per pagare quei pignoramenti che mi rendevano invisibile… Aspettavo la notte per crollare… perché il giorno non potevo,  mi dovevo stampare quel sorriso sul viso perché nessuno doveva capire, nessuno doveva sapere che non sapevo come fare a pagare stipendi….

Nessuno doveva sapere dell’ inferno che mi bloccava dentro ma dovevo continuare a lottare… Amico mio, ti chiederai perché oggi ti parlo così, ma vedi in questi giorni la mia terra , la mia Calabria è stata funestata da morti bianche…

Io mi sento colpevole e impotente allo stesso modo… In passato ho preso lavoro a basso costo… l’enfasi di poter lavorare di poter pagare i miei collaboratori mi accecò… tanto da non vedere che io facevo da banca… Tanto da non vedere che io pagavo per LAVORARE…

La paura ti rende stupido… ti prende allo stomaco e trascuri cose che possono salvare giovani vite…

In questo cammino molti mi abbandonarono, colpendomi a volte alle spalle con cattiverie ingiuste che mi resero fragile, tanto fragile da voler trovare conforto in gesti assurdi… gesto che non ho mai fatto per vigliaccheria o poco coraggio, forse la mia vigliaccheria è stata la salvezza per la mia vita.

Amico oggi non mi vergogno di dirti che io a volte non avevo neanche il latte nel frigorifero… Mi aggrappavo a tutto chiedendo l’elemosina cercando di dare almeno l’indispensabile… Oggi amico mio ho bisogno di te…

Aiutami a diffondere la mia voce ai mie colleghi, non dobbiamo più cedere. Non dobbiamo accettare lavori a sottocosto,  lavori pagati a 250 giorni…

Aiutami a costruire una rete di aziende che vogliono lavorare e pagare, essere pagati non umiliati… Nessuno parla mai delle piccole aziende che non mettono soldi nelle proprie tasche… ma che creano economia in terre dimenticate e martoriate come la nostra amata Calabria…

Io voglio evitare che mamme non vedono più i figli rientrare a casa… il LAVORO DEVE ESSERE VITA NON PRENDERSI LE VITE…

Molti, grande aziende, anche se fatte da persone considerano le persone numeri… Sai amico caro, ho molte e-mail di grandi dirigenti che mi scrivevano: “LEI NON SARA’ MAI UN IMPRENDITORE FINO A QUANDO DIFENDERA’ I SUOI DIPENDENTI”… Ebbene io non ho mai voluto essere un imprenditore. Volevo essere un’ancora per chi il lavoro non aveva.

Oggi amico mio ho incontrato persone per bene, che mi stanno dando lavoro senza svendere le qualità… Oggi amico caro riesco a guardare i miei ragazzi senza vergognarmi… ma gli ostacoli sono tanti… Io non voglio dare la colpa a nessuno per i miei errori… ma sono pronto a lottare ….non voglio più vedere sorrisi volare in cielo… voglio fare qualcosa…

Solo insieme, forse, riusciremo ad evitare morti bianche… Dobbiamo vendere le nostre qualità, investire nella sicurezza… Non farci intimidire… aiutarci fra di noi… perché noi piccoli non abbiamo amici o protettori… Noi piccoli siamo l’anello debole che non va aiutato dallo stato. Ma abbiamo tutti assunti… viviamo di piccole gioie… NON DOBBIAMO PIU’ ACCETTARE LAVORI IN SUB APPALTO DEL SUB APPALTO… NON DOBBIAMO PIU’ CEDERE…..forse solo cosi possiamo evitare…

(Lettere firmata)

 

Se qualcuno si volesse mettere in contatto con il nostro lettore può scrivere a noi, Cosenza 2.0, per essere contattato da chi ci ha inviato la lettera.