Lettere 2.0: “La mia esperienza con il parto all’ospedale Annunziata”

Riceviamo la testimonianza di una nostra lettrice:

 

 

 

“Aver a che fare con l’ospedale di Cosenza, a dircela così com’è, mette sempre ansia e agitazione.

Ci aspettiamo di ogni, dalle lunghe attese, fino alle diagnosi errate, specialmente se ad emergere sono solo questo tipo di storie.

Le esperienze positive rimangono nelle case e spesso vengono dimenticate.

Oggi, invece, vi voglio raccontare come lo stesso posto mi ha regalato con il parto un’esperienza familiare e serena nel reparto di Ostetrica e Ginecologia.
Mia figlia è nata esattamente 10 giorni fa, la mia è stata una gravidanza patologica, partivo da un peso considerevole, il diabete gestazionale non è mancato a complicare la situazione ma, durante i controlli di routine, sono stata seguita con attenzione e professionalità.

Nulla è stato lasciato al caso.

Poi, una mattina, un campanellino mi ha indicato che forse era il caso di andare a fare un controllo in ps.

Ero quasi a termine ma, essendo stata informata sui rischi che correva la mia gravidanza, ho preferito non perdere tempo.

Il ricovero è stato immediato, così come il tracciato per valutare la condizione della bambina, analisi e i famigerati tamponi covid di sicurezza.

Tremavo, i pensieri volavano solo verso racconti di episodi spiacevoli.

Che dirvi, l’infermiera mi chiese anche scusa per la tortura che mi stava infliggendo con i tamponi… le sorrisi, mi sentivo già meglio.

Sono poi trascorsi giorni e al quinto la mia piccolina nacque.

È giusto che io vi dica che questi cinque giorni sono stati circondati da altrettanti sorrisi, battute e risate, momenti di sconforto risollevati da tutto il personale.

Una notte, i medici e gli operatori sanitari si ritrovarono con un numero considerevole di ricoveri per parti imminenti.

I posti erano limitati ma riuscirono a sistemare tutto alla perfezione.

La mattina dopo, mentre l’infermiera che smontava dalla notte mi faceva il suo ultimo prelievo, prima della fine del turno, le chiesi, con imbarazzo, se era stata una nottata movimentata; mi rispose sorridendo e con lo sguardo fiero: “Meglio così, quando nasce un bambino, nasce una speranza”.

Ditemi se non è un bellissimo modo per dirmi che nonostante le difficoltà tutto riesce bene?

E il parto? Ho avuto la fortuna di aver accanto l’ostetrica Mazzone che non solo ha organizzato tutto il personale per una nuova giornata lavorativa (mia figlia è nata alle 7.58 della mattina) ma ha anche capito le mie esigenze e mi è rimasta accanto fin quando la mia piccola non era tra le mie braccia.

Un buon leader sa quando sostenere il suo team e mettersi in gioco per far in modo che tutto proceda verso l’obiettivo comune.

Il reparto funziona e vorrei che tutte le nuove mamme lo sappiano e che vivano l’evento consapevoli di essere in mani, mani spesso stanche turni lunghi ma sicure e benevoli.

Grazie quindi al primario e i medici di reparto che non hanno mai sottovalutato la mia condizione, grazie alla mia ginecologa la dottoressa Mocciaro, faro di luce nel buio della mia ignoranza.

Le sarò sempre grata per aver messo tra le mie braccia uno splendore.

Grazie a Felicina Mazzone, che ha guardato dentro le mie difficoltà e le ha scardinate rendendo il parto un dolce ricordo. Grazie alle ostetriche tutte; Valentina, Anna Paola, Marta, Rosellina, Patrizia, hanno seguito da vicino il mio parto. Grazie a Rosanna Mazzulla, da sempre presente.

Grazie alle Infermiere Tecla, Elena e coloro le quali non riesco a citare perché non ricordo i loro nomi ma che meritano tanto… tantissimo.

Grazie agli Oss, sempre presenti e rigidi nel mantenere tutto in ordine.

Alle dimissioni, prima di varcare la portare d’uscita, con la bimba in braccio, mi sono voltata a guardare quel posto che tanto temevo, ho guardato quei corridoi colorati dai dipinti degli studenti dei liceo artistico e di cui uno porta la mia firma sedicenne.

Mi sono sentita a casa, la paura si era trasformata in conoscenza e la consapevolezza che tutto sarebbe andato bene ha fatto il resto.

Ecco, spero che sia così per voi tutte donne, che siate mamme o no.

Con ogni bene,

 

Romana.