Lettere 2.0: “La buona sanità esiste ed è doveroso raccontarla ed apprezzarla.”

Riceviamo le parole di un nostro lettore

 

 

 

“Seppur con qualche mese di ritardo è doveroso da parte mia ringraziare pubblicamente indistintamente tutto il personale (medici, infermieri e OSS) del reparto UTIC dell’Ospedale di Cosenza.

Era il 02 Gennaio 2021 quando feci accesso tramite il pronto soccorso dell’ospedale per un malore avuto nei giorni precedenti, seguii tutto l’iter di visite, consulenze cardiologiche ecc… nel corso della visita presso l’ambulatorio di cardiologia dove trovai il Dott. G. Quirino, il quale scrupolosamente mi effettuava la visita, perchè ebbe il sospetto che potessi avere la Sindrome di Brugada, meglio conosciuta forse come malattia della morte improvvisa.

Inutile dire quale possa essere stata la mia reazione però dovetti per forza nel mio interesse ricoverarmi presso l’UTIC.

Arrivato in reparto da subito ho trovato tutto il personale ad accogliermi e anche se è un paradosso, mi hanno fatto sentire a casa.

Il mio stato d’animo e la preoccupazione mia e della mia famiglia che per ovvie ragioni aggiornavo dal letto non potendo accedere in ospedale, era altissima.

La paura regna sovrana e prende il sopravvento su tutto impedendoti di essere lucido e razionale; pensi che ci sia un errore che non può essere si innesca dentro te il meccanismo del rifiuto di accettare la diagnosi e convivere con questa malattia.

Sono stati giorni lunghi, duri e difficili psicologicamente e fisicamente.

Arriva il giorno della befana e dopo diverse visite e colloqui avuti con il Dott. Quirino arriva la conferma che ho la Sindrome di Brugada.

In quel momento l’ospedale me lo sono sentito cadere addosso.

E’ stato soprattutto in quel momento che ho avuto la vicinanza ed ho potuto toccare con mano la serietà, la professionalità, l’umanità di tutto il reparto.

A parte il Dott. Quirino (grazie al quale se sono qui e posso raccontare questa storia e soprattutto vedere crescere mia figlia è merito suo) è doveroso da parte mia ringraziare in particolar modo l’OSS che era con me proprio quando ebbi la conferma della diagnosi, quando per me tutto sembrava finito quando mi sono trovato sprofondato nel buio più totale, lui era lì con me a tenermi la mano a rincuorarmi e starmi vicino in quel momento.

Non è il solo ovviamente che io devo ringraziare per tutto ciò che fanno e che hanno fatto in quei giorni in cui sono stato ricoverato lì.

Un’altra persona nello specifico un’infermiera la Sig.ra Giuliana che mi è stata vicino come una mamma, da quando ho avuto la diagnosi definitiva fino al giorno in cui sono stato accompagnato da lei in sala operatoria per l’intervento di impianto di un defibrillatore unica soluzione per salvarmi la vita, e al giorno in cui ho lasciato il reparto per essere trasferito in degenza.

E’ stata dura ma grazie alla loro umanità, professionalità, dedizione ne sto piano piano uscendo.

La vita ci sottopone a delle prove a volte anche molto dure da superare, arrivano come fulmini al ciel sereno, mai pensi che una cosa del genere possa capitare a te, a volte ci sentiamo immuni da tutto ciò eppure non è affatto così siamo essere umani vulnerabili e allo steso tempo fragili.

Io sono stato fortunato se posso raccontare questa storia, altre persone come me purtroppo no, è calato il sipario sulla loro vita non avendo avuto modo di poterlo raccontare.

Grazie a: Dott. Quirino, Dott. Talarico, Dott.ssa Tomaselli, Dott.ssa Cloro, ecc…a gli infermieri: Nicola, Giovanni, Emanuele, Fabrizio, Anna, Orazio, Costanza, Paola, Carmela, Assunta, Maria, Giuliana, Vincenzo, Donatella, Antonia, Palmina, Rosaria e tutti gli OSS per quello che quotidianamente fate e che avete fatto.

A tutti voi un infinito GRAZIE di cuore, spero che presto arrivi il giorno per potervi ringraziare ad uno ad uno.

Per ultimi ma non meno importanti tutta la mia famiglia, mia moglie e mia figlia che mi hanno dato e mi danno la forza di andare avanti giorno dopo giorno.

Grazie a tutti voi”

 

M.M. (letto 4)