Lettere 2.0: “Io 22enne positivo al Covid non posso fare il tampone perchè non ho la patente”

Riceviamo lo sfogo di un nostro giovanissimo lettore …

 

 

Buongiorno, sono un ragazzo di 22 anni, positivo al Covid.

Circa due settimane fa sono venuto a conoscenza della mia positività al Covid. Come da protocollo mi mettono in quarantena obbligatoria fino al primo novembre. Dopo una settimana veniamo contattati, io e tutti i miei contatti (compresi i miei familiari) dall’asp di Rogliano, per eseguire il tampone giorno due novembre, presso il parcheggio dell’ospedale.

Io faccio presente alla Dottoressa del dipartimento di igiene e sanità pubblica, che non ho la patente, quindi non so come spostarmi, chiedendo un tampone a domicilio, come prevede il protocollo. La dottoressa mi ha risposto “Se non puoi venire mi dispiace. Aspetta a casa fino a quando non verranno a farti un tampone, io non ho la possibilità visto la situazione che c’è su Mangone di mandare un medico e un infermiere a casa tua in questo momento”…

Io ovviamente scioccato dalla risposta le chiedo quando sarà possibile? E lei mi risponde “non te lo so dire, mi dispiace”. Mi sembra veramente assurdo che io soggetto positivo, devo mettermi in macchina con persone che al momento sono negative e con il rischio di creare ulteriori positivi.

Sono da 15 giorni chiuso nella mia stanza, uscendo solo per andare in bagno, e poi mi dicono che devo andare lì, con qualcuno, indossando doppia mascherina, calzari, ecc. Mi sono rivolto al mio comune, ai carabinieri e al mio avvocato.

La soluzione trovata dalle forze dell’ordine è stata quella di chiedere a mio padre, se avevamo un furgoncino, qualcosa di chiuso, dove io potevo stare dietro senza contagiare qualcuno, su un mezzo che non può neanche trasportare persone.

Io sono lasciato qui, senza sapere quando sarà possibile effettuare un tampone su di me, mi sembra veramente surreale fare tutta questa prevenzione: stare chiuso in camera, mangiare qui, sanificare se vado in bagno ecc. E poi sentirti dire tutto questo. Tra l’altro perché mio padre è diabetico e ha anche altre patologie, o comunque con altri familiari che hanno la possibilità al 99% di essere negativi.

Io non andrò a fare il tampone per salvaguardare la salute dei miei genitori e quella pubblica, e non andrò anche perché è un mio diritto, essendo positivo, avere l’assistenza medica finché non sarò negativo. Le mancanze sono due, mancata assistenza medica e la mancata salvaguardia della salute pubblica messa a rischio.

Scrivo questo per far capire che siamo veramente nelle mani di Dio. Io ancora non so quando mi verrà effettuato il tampone. Prego soltanto le Asp di attivarsi, affinché tutto ciò non avvenga e ci sia la salvaguardia della salute su ogni singolo cittadino. Perché raccontando la mia storia, porto alla luce il fatto che le persone malate di Covid e tutti i cittadini, non sono per niente tutelati dalle autorità competenti quali: il proprio comune di appartenenza, le forze dell’ordine e la sanità pubblica.

(Lettera firmata)