Lettere 2.0: “In Calabria vi siete dimenticati di noi che non siamo scappati a mettervi in pericolo”

Riceviamo dal nostro giovane lettore che preferisce restare anonimo

 

 

Buongiorno. Vorrei presentarvi un problema del tutto ignorato dalle istituzioni, cioè quello dei residenti calabresi che per qualsiasi motivo si trovavano fuori regione allo scoppio dell’epidemia e che a differenza di altri, non sono scappati verso sud nella notte dell’annuncio del decreto.

Ricordate quanto è stata disprezzata quella sconsiderata e disordinata fuga di massa? Bene, al contrario loro molti hanno deciso, si è detto saggiamente, di restare dov’erano, nell’attesa di poter rientrare in seguito in condizioni di sicurezza.

Purtroppo l’organizzazione di questo rientro in sicurezza sembra non impensierire in alcun modo i nostri governanti, e tante persone che non hanno più alcun motivo per restare fuori, non hanno alcuna possibilità di rientrare e stanno iniziando a maledire di non essersi comportati come chi è fuggito per tempo, mentre è costretto a pagare a vuoto per una sistemazione temporanea lontano da casa, con tutti i costi ed i disagi che ne derivano.

Qualche lettore penserà che questa richiesta sia sconsiderata, ma in realtà ciò che viene chiesto è solo la possibilità rientro in sicurezza, ordinato e sotto l’occhio vigile delle autorità che accompagnino queste persone al luogo dove poter svolgere una stretta quarantena e senza mettere in pericolo le proprie comunità, come già queste persone hanno inteso fare evitando la grande fuga verso sud già citata. Con questa indifferenza sembra si voglia punire chi ha mostrato senso di responsabilità.

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Purtroppo può rientrare in Regione solo chi dichiara di avere un’esigenza di lavoro o una necessità di salute, cosa che sembra abbia spinto molti a ricordarsi di qualche parente anziano di cui improvvisamente devono prendersi cura: è ovvio che questa sia una buffonata, ma si sa, quando ad uno viene negata la possibilità di comportarsi secondo le regole, queste vengono infrante.

La cosa peggiore è l’incertezza, infatti non è in alcun modo possibile prevedere una data per il rientro e ciò, oltre a farci spendere più soldi si traduce in un’ansia costante.

La beffa è stata inoltre amplificata dal tempismo della Presidente della Regione che ha firmato la proroga di queste misure solo lunedì sera alle 23.30, quindi 30 minuti prima della scadenza prevista e non è mancato chi ha sperato che fosse giunto il momento di tornare a casa.

Non si tiene inoltre in alcun modo conto delle zone da cui queste persone possono provenire: chi si trova nel Lazio o in Campania, che hanno andamenti di contagio simili a quelli calabresi, sono considerati allo stesso modo di chi si trova nelle zone maggiormante colpite dall’epidemia.

Voglio quindi appellarmi alla Presidente della Regione affinché possa organizzare un rientro ordinato di noi rimasti fuori dalla Calabria: noi come già abbiamo dimostrato, siamo persone responsabili, e pertanto pronte all’autodenuncia, alla quarantena e perfino a pagare noi eventuali tamponi: meglio spenderli per questo i nostri soldi che per affitti e stanze d’albergo.

E voglio appellarmi anche ai calabresi, a non essere egoisti e prevenuti, perché non porteremo alcun ulteriore contagio se ci sarà permesso di rientrare nelle nostre case e chiuderci dentro per la quarantena, ripeto, sempre seguendo le regole e sempre avvertendo chi di competenza.

 

(Lettera firmata)