Lettere 2.0: “Ecco cosa succede a noi donne sul posto di lavoro, quando restiamo incinte…”

Riceviamo lo sfogo della nostra lettrice:

“Buongiorno,
vorrei raccontarvi questa mia esperienza per far capire a tutti, noi donne cosa passiamo sui posti di lavoro quando siamo in attesa!
Scopro di essere incinta ad ottobre 2023, e a causa di un corso di formazione a lavoro, ho dovuto subito dirlo alla mia responsabile, una donna!

La gravidanza procede bene anche se lei faceva finta di dimenticarsi che fossi in attesa, e visto che il lavoro era semplicemente in cuffia, andava bene anche a me, nonostante mi mettesse sempre allo stesso orario per 8 ore…

Ho continuato fin quando la mia gravidanza non presentò i primi problemi di minacce d’aborto, e questo accadde proprio durante questo corso, dove mi sono dovuta prendere per forza dei permessi, nonostante da contratto avrei avuto il diritto di usufruire di ore ROL (riduzione dell’orario di lavoro) A MIO PIACIMENTO…

Tornata a casa, la mia responsabile (donna, ricordo…) voleva soltanto sapere se rientrassi per fare il corso, nemmeno ha chiesto come stavo…! Ovviamente tornai il giorno dopo e successe la stessa cosa.

Ho subìto dalla mia responsabile cose mai viste, mi scriveva la mattina in chat solo per vedere se ero collegata al pc a lavorare, nonostante poteva vedere sulla barra (in azienda) che fossi collegata. Sono stata sempre abbastanza produttiva, e non mi reputo una ragazza scema…!

Così presi coraggio e chiamai il capo dei capi, che mi disse di mettermi in malattia, MA IO NON ERO MALATA, SEMPLICEMENTE DOVEVO SEGUIRE UN CORSO DA POSIZIONE STESA, IN MODO DA POTER LAVORARE ANCORA, DA CASA, COME FACEVO AL SOLITO.

Mi disse di andare in maternità (ma il contratto scadeva da lì a pochi giorni…) e di non preoccuparmi che, siccome ero una risorsa valida, l’azienda mi avrebbe assolutamente ripresa, quando avessi voluto rientrare!

Quindi a settembre 2024 invio la mia richiesta per tornare a lavoro, ma non sono mai stata richiamata. Tutto per aver detto la mia sulla responsabile (donna, ricordo…) per non aver mai avuto tatto, mai avuto un pensiero gentile, mai a chiedermi “come stai”, ma nel momento del bisogno la sottoscritta ha fatto ore extra, Natale, Capodanno, ecc ecc…

Non volevo di certo un contratto a tempo indeterminato, volevo solo lavorare e non essere messa sotto pressione! Normale, come tutti gli altri.

Ho aspettato un bel po’ prima di rendere pubblica la mia esperienza, perché volevo vedere se mai avessero avuto il tempo ed il buon gusto di richiamarmi, come promesso…

Poi ho pensato che in realtà NESSUNA donna deve subire le conseguenze di essere rimasta incinta. Non ho fatto i nomi ma chi legge SAPRÀ! Specialmente subìre tutto ciò da un’altra donna, è la cosa più schifosa che ci sia!”

(Lettera firmata)