Riceviamo lo sfogo di un nostro lettore:

“Buon pomeriggio, vorrei denunciare un diritto che mi viene negato.
Sono un dipendente dell’azienda ospedaliera di Cosenza, sono invalido al 90%, dopo aver prestato nella vita quasi 40 anni di servizio, nei quali ho anche subìto aggressioni, minacce e molestie verbali.
Dallo stress che tutto ciò mi ha provocato, ho purtroppo avuto un infarto. Ora, dal 2023, con una vista collegiale eseguita all’Asp di Cosenza, sono stato dichiarato Inabile ad ogni proficuo lavoro, ma l’azienda ospedaliera non accettava il verbale che mi è stato redatto.
Così, dopo cinque mesi, mi ha mandato a visita all’INPS di Catanzaro, dove con tanto di verbale mi è stata riconfermata la mia inabilità ad ogni proficuo lavoro.
L’azienda ospedaliera in questione, dopo che un collega ha presentato la mia determina, puntualmente me l’ha rimandata indietro… e questo giochetto (se si può chiamare così…) dura da più di tre mesi.
Una persona con svariati problemi di salute può essere presa in giro così…? Tra l’altro, dalle ultime notizie di corridoio, mi viene preteso oltre la determina già presentata, un riassunto della suddetta, perché non hanno il tempo di leggersi la stessa.
Mi chiedo, vista la mia posizione e la mia salute precaria, se devo aspettare che il commissario, il direttore amministrativo e il direttore sanitario, trovino un po’ di tempo per far sì che io possa andare in pensione.
Siamo all’assurdo.
Grazie mille e scusate lo sfogo.”
A.B.
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