Riceviamo le parole di ringraziamento della nostra lettrice:

“Buongiorno, vorrei raccontarvi in breve la nostra storia: A mio padre, Improta Salvatore (76 anni) di Santa Maria del Cedro, a fine gennaio è venuta la Fascite Necrotizzante. Una malattia rara (3,5 casi ogni centomila persone).
Questa malattia si sviluppa in seguito ad una ferita o abrasione segiuta da infezione da streptococco B e i tessuti vanno in cancrena talmente tanto velocemente che nel giro di 48 ore può provocare la morte del paziente.
E la cosa più rara e più grave è che la Fascite Necrotizzante si è manifestata alla gola…!!!
Per fortuna a Cosenza nel reparto otorino laringoiatra, i dottori, pur non avendo mai trattato una fascite al collo ed alla gola, si sono dimostrati eccellenti, competenti, tempestivi, bravi e umani… !!!
Hanno subito saputo fare la diagnosi esatta, cosa di vitale importanza in questi casi. Questa malattia è detta anche batterio mangia carne e un ritardo di una sola altra ora avrebbe portato alla morte…
Mio padre è stato operato con urgenza, tagliato da un orecchio all’altro, ripuliti i tessuti e muscoli del collo quanto più possibile dal pus ed effettuata una tracheotomia. Purtroppo non avevano un posto in terapia intensiva dato il periodo…ma si sono creati una stanza a parte per mio padre…ed è stato seguito da un equipe di medici eccellenti!!!
Primario, otorino, pneumologo, cardiologo, trombo embolico, chirurgo, infettivologo e altri…tutti bravissimi e molto competenti. Hanno salvato la vita a mio padre riuscendo a conservargli le corde vocali e l’apparato che permette di ingoiare.
Mio padre ha sofferto tanto ma la caposala di quel reparto, che è una donna stupenda, umile, brava e competente, insieme alla sua squadra, lo hanno assistito oltre che con professionalità anche con amore, come se fosse stato un loro papà.
Dopo aver trattato le complicanze di tachicardia, inezione e liquido cardio pleurico, dopo circa 20 giorni è subentrata una complicazione ancora più grave: un’ischemia alla vena mesenterica superiore, cioe all’addome. La vena si è otturata e si è verificato un blocco intestinale parziale.
Anche in questa occasione si sono dimostrati eccellenti, facendo subito una tac addome e trattandola senza causare danni… Mio padre non riusciva a parlare bene, non poteva ingoiare neanche un sorso di acqua….piano piano si è ripreso.
Grazie a tutti loro e grazie ad un’altra infermiera speciale che è stata vicinissima a lui e a noi, pur non essendo di quel reparto.
Mio padre esce oggi dall’ospedale dopo 40 giorni, riesce a parlare e ad ingoiare piano piano. Sono tutti angeli in quel reparto. All’inizio volevamo portare mio padre a Napoli ma non c èra tempo. Non avevamo tanta fiducia nel nostro ospedale, ma ci siamo ricreduti e vogliamo testimoniare l’impegno, la competenza e la bravura di tutti.
Anche la pazienza che hanno avuto con noi familiari che li abbiamo stressati. Hanno sempre risposto al telefono, dandoci informazioni quotidiane, facendo anche videochiamate per farci vedere papà e incoraggiandoci anche con i progressi che man mano faceva.
Grazie a tutta l’equipe medica e infermieristica del reparto di otorinolaringoiatria, che lavora duramente e seriamente… permettendoci una citazione speciale e di cuore a Roberto Meranda, Sante De Santis, Giuseppina Reda e Donatella Colantonio.
Bentornato a casa papà“


