Riceviamo le parole di nostro giovane lettore:

«Sono uno studente dell’Unical e scrivo questa lettera a nome mio e di tanti altri ragazzi che, come me, vivono quotidianamente le difficoltà legate al diritto allo studio.
Con questa lettera desidero esprimere un forte disagio e una profonda preoccupazione per l’aumento incontrollato dei canoni di locazione nelle zone universitarie di Cosenza, Rende e Montalto Uffugo.
Negli ultimi anni – e in modo ancora più marcato negli ultimi mesi – il mercato immobiliare di queste aree ha subito una speculazione crescente: affitti che un tempo erano alla portata di uno studente fuori sede, oggi raggiungono cifre spropositate e, a volte, ingiustificabili per la qualità e le condizioni degli alloggi offerti.
Case fatiscenti, prive di riscaldamento adeguato, senza connessione internet, spesso in condizioni igienico-sanitarie precarie, vengono offerte a prezzi che superano anche i 300-400 euro a stanza, escluse le spese. Un costo insostenibile per chi vive con una borsa di studio, o per chi ha famiglie che fanno sacrifici enormi per permettere ai propri figli di studiare.
A peggiorare la situazione c’è la mancanza di controlli sugli affitti in nero, sulle condizioni minime di vivibilità , e su chi lucra sulla necessità degli studenti di trovare un alloggio vicino all’università .
Chiediamo, con forza e urgenza:
Un intervento immediato da parte dei Comuni e delle istituzioni locali per monitorare e calmierare i prezzi degli affitti.
Più residenze universitarie a prezzi calmierati e accessibili.
Un dialogo costante con le associazioni studentesche, che da anni denunciano questa emergenza.
Il diritto allo studio non può essere un privilegio di pochi. Non è accettabile che uno studente debba rinunciare alla propria formazione o vivere in condizioni indegne per mancanza di alternative accessibili.
Non vogliamo più sentirci considerati semplici “fonti di guadagno”. Vogliamo essere studenti tutelati, cittadini rispettati e parte attiva di un territorio che dovrebbe accoglierci, non respingerci.
Con rispetto ma con fermezza, chiediamo un cambiamento. E lo chiediamo ora.
Grazie».
(Lettera firmata)

