Lettere 2.0: “Annunziata – Ci sarebbe bastato solo il rispetto di chi già soffre i guai suoi”

Riceviamo il racconto della nostra lettrice:

Buongiorno.
volevo informare i lettori di una situazione grave, vissuta da noi all’ospedale di Annunziata di Cosenza. Ho accompagnato mia madre, con una patologia molto importante, per una visita. In una settimana ci siamo recati in ospedale già tre volte e, oltre al disagio fisico e allo stress emotivo, dobbiamo affrontare anche un notevole peso economico, poiché non siamo residenti a Cosenza e dobbiamo percorrere 70 chilometri ogni volta per raggiungere la struttura.

Nonostante ciò, nel reparto di riferimento, siamo stati trattati con scortesia e mancanza di rispetto. Durante la visita, il medico non solo ha denigrato apertamente il lavoro di altri professionisti che seguono mia madre, ma ha anche rilasciato un certificato incompleto, poco chiaro, anzi, del tutto incomprensibile.

Tale documento è stato giudicato insufficiente non solo da noi familiari, ma anche dal medico curante e persino dal centro che la cura al Nord, che segue mia madre da anni con professionalità.

Siamo tornati nuovamente in reparto per chiedere semplicemente la correzione della relazione, ma siamo stati accolti con ulteriore scontrosità e maleducazione. Il medico ha continuato a sminuire la professionalità di altri colleghi — professionisti che, a mio parere, dimostrano competenza e umanità ben superiori alle sue — e si è rifiutato di correggere il certificato, lasciandoci di fatto senza una documentazione utilizzabile.

A ciò si aggiunge un ulteriore problema: non possiamo richiedere nuove impegnative per far visitare mia madre da un altro specialista, perché devono trascorrere almeno sei mesi. Nel frattempo, il medico in questione sostiene che mia madre debba sottoporsi a un intervento, ma dopo quanto accaduto non mi sognerei mai di affidare mia madre a chi dimostra scarsa professionalità, zero empatia e mancanza di rispetto verso pazienti fragili.

Mi chiedo se sia accettabile che una persona con esenzione debba essere costretta a rivolgersi a visite private e pagare di tasca propria pur di ricevere una diagnosi chiara, corretta e leggibile. È inaccettabile che, oltre alla malattia e alle difficoltà della vita quotidiana, i pazienti debbano anche subire comportamenti irrispettosi e disorganizzazione.

Ritengo doveroso segnalare quanto accaduto affinché episodi del genere non continuino a ripetersi e affinché venga garantito un servizio dignitoso a tutti i cittadini, in particolare a chi già affronta condizioni di salute delicate.

M.G.