Lettere 2.0: “Ad una partita del Cosenza può assistere solo chi parla il cosentino stretto?”

“Vorrei raccontarvi cosa mi è successo settimana scorsa:”

 

 

Io e la mia ragazza, avendo avuto l’ufficialità della partita Cosenza-Verona al San Vito, e trovandoci in prossimità di un punto vendita autorizzato, decidiamo di acquistare due biglietti.

Una volta entrati chiediamo educatamente e cortesemente informazioni sui prezzi dei diversi settori, ma l’addetto alla vendita dei biglietti, sentendo il mio italiano, ahimè poco cosentino, mi precisa che io in curva avrei preso le botte solo perché per lui prevengo dal nord.

Preciso che sono un ragazzo della provincia di Cosenza, che ha prima studiato e che attualmente lavora a Roma, così ho sorriso credendo si trattasse di uno scherzo, quasi simpatico.

Lui però mi precisa che non è uno scherzo e che in curva al massimo sarebbe potuta andare solo la mia ragazza perché secondo lui aveva un accento più cosentino (cosa non del tutto vera).

Pensando che solo con un documento potessi comprare due biglietti, in questo caso quello della mia ragazza a portata di mano, questo rivenditore non mi ha dato neanche il tempo di spiegargli il tutto che mi ha dato del Veneto e detto di recarmi nel settore ospite, o che se proprio avessi voluto vedere la partita sarei potuto ritornare sabato, precisando: “però adì consumà’”, giustamente…

Tutto questo, e senza neanche chiedere, è stato fantasticato dall’addetto ai biglietti. Non pensavo che il mio italiano fosse un difetto. Ma ad una partita del Cosenza può assistere solo chi parla il cosentino stretto stretto stretto stretto?

Assurdo…

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *