Lettere 2.0: “A Rende gli asili privati aperti e quelli pubblici chiusi. Sono forse più sicuri?”

Riceviamo la seguente lettera da parte di un gruppo di genitori di Rende indirizzata al sindaco Marcello Manna

 

 

 

 

 

“Caro sindaco Manna, la presente non vuole sicuramente essere una missiva polemica o un attacco al sistema, ma una reale richiesta di aiuto e di coerenza.

Noi genitori di bambini rinchiusi in casa abbiamo bisogno di avere delle risposte (non di giudizi da chi pensa che il voler mandare i figli a scuola sia da incoscienti) da parte di chi, come lei, si siede ad una scrivania e decide, senza tenere conto della realtĆ : la realtĆ  ĆØ che gli asili privati restano aperti e quindi sicuri (?), mentre
quelli pubblici chiusi e dunque pericolosi (?), oltre al fatto che a breve il pubblico andrĆ  in vacanza per le festivitĆ  Natalizie e siamo ancora nell’incertezza se riaprirĆ  il 4 dicembre.

Il contagio da coronavirus sembra aumentare e diminuire a seconda dei settori, non si fa in tempo a dare ad un bambino il coraggio di tornare a scuola (spiegando in maniera anche complessa che si tratta di un posto sicuro) che la realtĆ  cambia, cambia da zona a zona, da privato a pubblico.

Non cerchiamo posti dove parcheggiare i figli, cerchiamo un po’ di serenitĆ  per loro, un posto dove possano imparare a socializzare con i propri coetanei e fare attivitĆ  necessarie e indispensabili per la loro tenera etĆ  e per la loro crescita.

Mentre ora vengono piazzati inevitabilmente e per troppo tempo davanti a tv, tablet o, addirittura, ad un computer per la DAD (a 4 anni!), non giovando sicuramente alla loro salute psicologica, fisica ed emotiva, perchƩ altrimenti ci sarebbe una scelta unanime tra governo centrale, regioni, ma soprattutto tra sindaci di comuni
limitrofi nel tenere le scuole aperte. I bambini, specialmente per la fascia più tenera e delicata dei 3-6 anni, hanno bisogno di qualcuno che li guidi, non che li confonda.

Noi non abbiamo bisogno della scuola perché ci manca il tempo da dedicare a loro (anche chi è costretto a lavorare fuori o dentro casa in smartworking cerca
di fare il possibile), ma abbiamo bisogno di risposte chiare, perché sono quelle che chiede un figlio quando, confuso da scelte fatte in maniera approssimativa e incoerente, ci si nasconde dietro alibi per prendere quella che sembra essere la strada più semplice.

Quello che noi pretendiamo di sapere ĆØ: che cosa hanno in meno le scuole pubbliche rispetto al privato?

Quali sono i reali dati sul contagio nel nostro comune da ritenere cosƬ importante e necessaria la chiusura delle scuole materne?

Dovevamo convivere con il virus ma ĆØ nuovamente il popolo, la famiglia, il singolo, i bambini che devono fermare l’istruzione, la condivisione e la formazione per il bene comune.

Non è così che insegneremo ai nostri figli a stare al mondo, perché questo mondo è e resta incoerente, classista e senza una vera linea guida solida.

Ci siamo dimenticati di prepararci a questo nuovo inizio tanto atteso ed un ā€œpopolo senza memoria ĆØ un popolo senza futuroā€ (diceva Luis Sepulveda).

Noi genitori pensiamo che stiamo semplicemente togliendo un futuro ai nostri figli, dunque pretendiamo risposte e solide certezze.

Ci auguriamo che questa nostra lettera possa attirare la sua attenzione e farla riflettere sulle reali problematiche che tutto questo comporta, evitando di nascondersi dietro ad un dito, mentre tutto il mondo continua a girare indisturbato.”

 

Alcuni genitori della Scuola dell’Infanzia Macchina di Bosco
P. Cozza, G. Pettinato, V. Maione, M. Lirangi, S. Pellegrino, R. Doval Cesquim, C. Leonetti, P. Scarcello, F. Filice, F. Dodaro, A. Servidio, A.Passarino, R. Marrazzo, P. Sammarro, C. Calla, E. Trentinella, S. Consoli, F. Greco, G.Marozzo, F. Gallo, V. Muto, P. Viscardi, S. Martino, R. Pucci, A. D’Ambrosio, R. Greco, B. De Napoli, A. Rotondo, G. D’Auria, G. Cirillo.