Lettera aperta ai cosentini e al sindaco di Cosenza

Riceviamo lo sfogo del nostro lettore Francesco Di Maria:

 

 

 

“Cari cosentini, chi scrive è uno di voi che ha vissuto la sua giovinezza alla “Riforma”, anche se non cosentino verace, ma che il pensiero e la sua “anima” ruota sempre in quel luogo, ancora, dopo tanti anni.

Mi chiamo Francesco Di Maria, oggi vivo a Rende, anni fa essendo un appassionato di antiquariato ho voluto fare omaggio a Trebisacce, mio paese natio, di alcuni mobili del 1800, che sono stati graditi con tanti ringraziamenti.

Invece a Cosenza, mia città di adozione, ho donato un salotto di rappresentanza di 18 pezzi, allora sindaco Perugini.

Complesso collocato purtroppo, in un posto non idoneo, tanto che dopo quattro anni ho dovuto chiedere la restituzione per farlo restaurare.

A restauro avvenuto, che ha richiesto tempo lungo, ho comunicato per iscritto al sig. Sindaco, circa sei mesi fa, per la ridonazione, lettere rimaste senza risposte, varie telefonate di promesse vaghe…

Veda sig. Sindaco, non sto donando a Cosenza un gustoso panino con la salsiccia calabrese, ma un complesso ebanistico di valore storico-artistico che potrebbe essere scuola per le future generazioni.

È vero sig. Sindaco, che governare una città come Cosenza non è facile, ma è anche vero che Lei è stato eletto dal Popolo Sovrano, e quindi ha il dovere di ascoltare qualunque cittadino, come avviene nelle vere democrazie.

Mi dispiacerebbe di cuore cancellare nella frase di donazione Cosenza pe un’altra città, è come dare uno schiaffo ai cosentini.

Sig. Sindaco, le chiedo, c’è uno spazio idoneo in una città millenaria come Cosenza a contenere questo complesso?

Attendo una sua risposta, grazie.”

 

Francesco Di Maria

 

Ecco altre foto