Riceviamo con preghiera di pubblicazione:

“Gentile Sindaco,
apprendiamo con profondo smarrimento e preoccupazione, oltre che con rabbia, la decisione di chiudere le scuole del Comune e demandare alla didattica a distanza l’insegnamento dei nostri figli. Pur comprendendo le difficoltà del momento causate dall’emergenza Covid-19, non possiamo rimanere inermi davanti alla scempio che si sta consumando sulla pelle dei nostri figli.
Si tratta di bambini che frequentano la scuola elementare, molti dei quali al primo anno. Appena entrati nel mondo della scuola, dunque, sono costretti a pagare gli errori degli adulti. Tutto questo è ingiusto e insopportabile.
Il rientro a scuola è già stato doloroso, tra distanziamenti, banchi solitari, mascherine e altre limitazioni che sono pene atroci da infliggere agli innocenti e alle prime vittime di un sistema malato.
Le scuole in generale, non rappresentano un focolaio, atteso che i dati attualmente in circolazione (sui quali peraltro non è stata fatta chiarezza), indicano che l’incidenza dei contagi in ambito scolastico continua a rimanere bassa. Del resto, lei stesso nella comunicazione di chiusura delle scuole, mette nero su bianco la situazione dei contagi quando scrive che si è trattato di “una decisione presa dopo le interlocuzioni con l’Azienda Sanitaria Provinciale e i dirigenti dei plessi rimasti aperti dopo le disposizioni dell’ultimo DPCM nonostante i casi di positività registrati sinora non fossero stati così significanti”.
E allora perché se i casi di positività registrati non sono significanti ha deciso comunque di chiudere le scuole? Per quale motivo i bambini delle elementari devono restare a casa, con tutto quello che comporta non solo per il loro apprendimento, ma anche per la mancanza di socialità con i coetanei e che rischia di avere ripercussioni sulla loro serenità?
Cosa non è stato fatto da parte degli Enti preposti per scongiurare ogni forma di rischio?
Non vorremmo mai cedere alla tentazione di credere che tale scelta sia stata dettata da pressioni giunte alla sua attenzione e che giustificano solo le esigenze di pochi a scapito di molti. La maggioranza dei genitori che hanno sottoscritto questa lettera, sono lavoratori che tutte le mattine fanno i salti mortali per garantire il trasporto a scuola dei propri figli in massima sicurezza, con mezzi propri e adottando tutte le procedure del caso.
Ma siamo anche figli di genitori spesso anziani a cui mai e poi mai vorremmo portare a casa il contagio. Per questo, con sommo sacrificio e dolore, evitiamo che questo accada impedendo il normale contatto tra nonni e nipoti. I bambini vengono anche privati della possibilità di frequentare altri luoghi di aggregazione con i coetanei. Ma ancora, come se non bastasse, quotidianamente impartiamo loro le raccomandazioni per il rispetto delle regole anti-covid.
Lei comprenderà, immaginiamo, la difficoltà di spiegare a bambini di 6 anni che non devono avvicinarsi ai compagni di classe, abbracciarli, toccarli o condividere quaderni, penne, colori e perché no, anche la merenda. Nonostante questo non demordiamo perché abbiamo a cuore il benessere dei nostri figli così come di tutte le persone che ci circondano. Ma questo nostro sacrificio, evidentemente, non è bastato.
Per questo la scelta per cui ha optato è francamente non condivisibile. Oggi, proprio i più piccoli subiscono l’ennesima mortificazione da parte di un sistema che non riesce a garantire la sicurezza sanitaria.
Ma nelle scuole, caro Sindaco, le regole per contenere il contagio vengono ampiamente rispettate grazie all’impegno di insegnanti, genitori e anche dei bambini. Possiamo dire lo stesso in riferimento a chi dovrebbe gestire la sanità pubblica? Possiamo essere sicuri che sia stato fatto tutto quanto in loro potere?
È incomprensibile, quindi, la decisione di sospendere le lezioni in presenza abbandonando di fatto genitori e bambini al loro destino.
È grave e preoccupante apprendere dalle sue parole che “l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, oltre alla sistemica assenza di sistemi periodici di sorveglianza attiva preventiva sul personale docente ed amministrativo e sugli studenti, e alle evidenti criticità da parte della Asp territoriale ad eseguire test diagnostici su coloro che presentano sintomi correlabili a patologie legate al Covid-19, si sta rivelando in tutta la sua criticità e questo non per i numeri, ma per la mancanza ancora oggi di una riorganizzazione del sistema sanitario”.
Per questo, pur comprendendo la sua posizione, non accettiamo la decisione che ci viene imposta. La sanità calabrese versa in gravissime condizioni, ma questo non autorizza nessuno a scaricare sui bambini e sulle famiglie le gravi inadempienze commesse da altri.
In attesa che la decisione venga presto revocata, ci attiveremo nelle sedi opportune per chiedere conto di quanto accaduto.”
(Un gruppo di genitori di Rende)


