Questa รจ la storia Marta, esempio di vita e di forza, scritta da lei e pubblicata da “Agito”, un’organizzazione che nasce a Bologna per portare attenzione sui tumori ossei rari, per supportare la ricerca medica, per migliorare le condizioni degli ammalati durante le cure e per dare voce alle testimonianze di guarigioni affinchรฉ possano essere messaggi di speranza e dare forza

“Era il 2008, quando ero solo una bambina aggrappata alla spensieratezza della mia etร e ignara di quello che sarebbe stato il mio domani. Era uno dei miei soliti pomeriggi presso la scuola di ballo che frequentavo, quando un dolore lancinante al ginocchio mi fece cadere a terra.
Nei giorni a seguire, il dolore non cessava, anzi sembrava intensificarsi soprattutto di notte e da ferma.
Questo fu un campanello dโallarme per i miei genitori che mi portarono dal medico di base, il quale dopo un’attenta visita ci tranquillizzรฒ con una diagnosi di semplice tendinite (abbastanza frequente per chi fa sport).
Mi curai per circa due mesi con degli infiammatori locali, ma il dolore non mi lasciava tregua e continuava imperterrito.
Allora, i miei genitori mi portarono in visita qui a Cosenza (la mia cittร ) da un fisiatra che lavorava presso il Rizzoli. Da lรฌ iniziarono i primi sospetti.
I miei si misero poi in contatto con un ortopedico del Rizzoli , che mi ricoverรฒ per fare una biopsia al ginocchio e a distanza di pochi giorni arrivรฒ l’esito: una massa di circa 5 centimetri, un osteosarcoma alla tibia sinistra.
Nessuno di noi aveva mai sentito parlare di questi tumori prima di quel giorno. Ricordo ancora le lacrime dei miei genitori , sostenuti da me che forse ero ancora troppo piccola per capire la gravitร di certe cose, oppure l’avevo ben capito, ma qualcuno doveva rimanere lucido, e quel giorno รจ toccato a me accusare il colpo e allo stesso tempo fare come se fosse una banale appendicite.
Da lรฌ lโinizio dellโinferno sulla terra, lโinizio di un mondo che nei miei sogni non cโera.. lโinizio di un film in cui faticavo a comprendere il finale.
Nel 2008 inizio la chemioterapia: la nausea, il morale che oscillava tra alti e bassi, e la perdita dei capelli, che per una bambina di soli 14 anni ha un peso abbastanza importante. Ero una bambina, in preda alla paura, catapultata in un mondo di incertezze e che dubitava di tutto, non sapevo con certezza se mi sarebbero mai ricresciuti i capelli. Mi sentivo derubata.
Derubata della mia identitร .
Ingoiai questa pena e andai avanti, mi abituai alla mia nuova immagine e iniziai a crescere: non mi importava piรน sapere come sembravo, io sapevo chi ero e questo mi iniziava a bastare.
Volevo solo tornare a stare bene e a sedermi tra i banchi di scuola con i miei compagni.
Arrivรฒ il giorno dellโintervento, dove mi fecero unโinnesto osseo e successivamente continuai con altri cicli di chemioterapia che ,ormai, avevano distrutto il mio corpo. Ogni qualvolta tornavo a casa nellโimmediato mi aspettava un altro ricovero nellโospedale di Cosenza per le infezioni, i febbroni e il malessere generale scaturite dal mio sistema immunitario in risposta alla nocivitร di questi medicinali che perรฒ purtroppo erano e sono tuttora necessari.
Il calvario iniziรฒ: su e giรน da Cosenza al Rizzoli con gli aerei che perรฒ erano fin troppo costosi oppure con i treni e con i pullman che impiegavano troppo tempo, cosรฌ come la macchina. Purtroppo ancora oggi la Calabria non รจ ben collegata come in realtร dovrebbe essere e i frequenti viaggi hanno gravato su molte cose fino a determinare un crollo per l’economia familiare.
Le spese da affrontare sono tante e tante sono le necessitร che subentrano in questi momenti. Finite le cure tornai a casa e cercai di riprendere la mia vita, che tanto mi mancava.
Dopo qualche anno perรฒ subii una rottura dellโinnesto che mi era stato impiantato e dovetti ritornare in ospedale per impiantare una protesi in titanio.
Eseguii l’intervento che apparentemente andรฒ a buon fine, ma purtroppo contrassi un’infezione e fui costretta a rientrare in sala operatoria molte volte fino a quando mi fu tolta la protesi e impiantato un antibiotico locale da tenere per diversi mesi.
Ovviamente tutto questo mi impediva di muovermi e condurre una vita normale.
Ogni tre mesi rientravo in sala operatoria per sostituire lโantibiotico fino a quando lโinfezione non cessรฒ e potei eseguire l’intervento di reimpianto della protesi.
In seguito dovetti fare lunghi mesi di fisioterapia, e ogni giorno per me era una continua sfida. Ricordo la mia prima passeggiata dopo moltissimo tempo… che conquista!
Non pensavo di dover arrivare cosรฌ in fretta a capire le cose essenziali della vita e l’importanza della vita stessa sopra ogni cosa. Il contatto della pelle con il suolo era forse la sensazione piรน bella che io avessi mai provato! Ripresi a camminare, mi diplomai e continuai a fare i controlli.
Nel 2012 il โmostroโ fece ritorno, dalla tac emerse una metastasi polmonare. Fui ricoverata e nuovamente operata e successivamente portata in terapia intensiva, privata dellโ affetto dei miei cari. Ero sola in quella stanza. Sola con i miei pensieri. Pensieri che facevano un gran trambusto, mi tormentavano! Mi sentivo senza tregua, quasi perseguitata.
Anche quella volta trovai la forza di reagire. Ho lottato con tutta me stessa, ho cercato ogni singolo giorno dentro di me un motivo per sorridere fino a quando non mi ripresi.
Nel frattempo mi iscrissi alla facoltร di Chimica e Tecnologia Farmaceutica e continuai a sottopormi ai controlli.
Nel 2013 una nuova metastasi polmonare cercรฒ di sottrarmi nuovamente alla vita. Un altro pugno ad una vita che si stava risollevando.
Non potevo tirarmi indietro, no, non potevo.
La vita stessa mi stava richiamando ad affrontare unโaltra battaglia ed io da guerriera un poโ arrabbiata e un poโ piena di motivazioni per rialzarmi, ho scalato lโ ennesima montagna che si era presentata.
Avevo smesso di pensare a come sarebbe andata, e ricordo perfettamente cosa iniziai a pensare: โNoi nasciamo con un destino, e alla fine lui ha sempre lโultima parolaโ.
Quindi, mi rimboccai le maniche e feci tutto ciรฒ che la mia forza mi consentรฌ.
Sono trascorsi 13 anni da quel lontano 2008 che ogni tanto bussa di notte nei miei sogni piรน belli, ma io ho imparato a gestire le mie paure ed ho imparato soprattutto ad andare avanti. Da quel giorno la mia vita รจ radicalmente cambiata.
Sono qui a dipingere il mio futuro giorno per giorno.
Apprezzo la vita con tutta la mia anima e accetto ogni sua sfumatura senza mai disperarmi troppo per nulla di banale. Vivo ogni giorno come se ogni ogni minuto, ogni secondo sia il regalo migliore che potessi ricevere.
Guardo la mia famiglia e penso a quanto siano stati importanti la loro presenza e il loro affetto.
Oggi voglio essere testimone.. testimone di una lotta per la vita, alla quale mi sono aggrappata con le unghie e con le dita.
Oggi voglio lasciare un messaggio di speranza , voglio dare coraggio e pazienza a chi come me si รจ sentita alle volte โsolaโ, inerme, priva di istruzioni sul come lottare e priva di armi con cui lottare.
Ho perso tante compagne di viaggio, tutte come me piene di sogni e di allegria da regalare.
Spesso in passato mi sono sentita โin colpaโ, verso quei genitori che avevano perso i propri figli per lo stesso male.. e soprattutto โ in colpaโ verso le mie compagne. Poi con il tempo ho capito che cโรจ un motivo per ogni cosa, cโรจ un destino che probabilmente ci accompagna sin dalla nascita.
La malattia mi ha tolto tanto, come ad esempio la bellezza di quegli anni, ma al contempo mi ha dato molto.
Ho pregato tanto qualche volta ho anche creduto nei miracoli, senza perรฒ domandarmi cose a cui non avrei saputo rispondere.
Recentemente ho incontrato una signora, che aveva da poco scoperto un sarcoma, ho ascoltato le sue paure e le sue angosce e sono intervenuta raccontandole la mia storia, cercando nel mio piccolo di darle conforto.
Sua figlia mi ha ringraziato per aver risollevato il morale a sua madre, definendomi: un โangelo sulla terra! โ e quel giorno ho capito che avrei dovuto raccontare questa storia a piรน persone possibili perchรฉ, chissร , come era giร successo, qualcuno avrebbe potuto ritrovare un motivo per tenersela stretta questa amara e dolce vita.”
Marta
Fonte: Pagina Facebook Agito


