Intervista al cantastorie cosentino William Gatto: “Ammirare un artista poliedrico geniale.”

Ecco una nuova intervista di Luca Martire:

William Gatto è ammirato nel suo lavoro essendo attore, cantastorie, eco-manager, impegnandosi nella promozione turistica e culturale della Calabria.

William è il fondatore dell’associazione culturale “La città del Sole” ed è presidente del “Parco Culturale Tommaso Campanella”.

La sua ultima direzione ed interpretazione è stato di recente il “Presepe Vivente di Panettieri”, che ha suscitato interesse accogliendo turisti da tutta Italia.

In questa intervista William ci racconterà qualche suo aneddoto interessante del suo lavoro come “artista poliedrico”.

William, quando è “sbocciata” questa tua passione? C’è stato un motivo particolare?

La mia passione è nata tra le pietre antiche di Cosenza, lungo i fiumi Crati e Busento, dove da ragazzo sognavo storie e leggende. È lì che ho capito che la mia vocazione era raccontare, far rivivere il passato con la voce, il corpo e l’anima. Non c’è stato un momento preciso, ma una serie di sussurri del destino che mi hanno portato a scegliere questa strada.

Sei considerato un artista poliedrico… Come mai ti sei e ti stai impegnando in più “campi” nel tuo lavoro?

Perché la realtà non è mai a compartimenti stagni. La storia si intreccia con l’ambiente, il teatro con la spiritualità, il turismo con l’identità. Io non riesco a separare le cose: le vivo tutte insieme. Ogni campo è un colore diverso con cui dipingo il mio racconto del mondo. E poi, diciamolo, la Calabria è una terra che ti chiede di essere tutto: artista, guida, sognatore e costruttore.

Hai fondato l’associazione culturale “La città del Sole” e sei presidente del “Parco Culturale Tommaso Campanella”. Vedi interesse da parte della cittadinanza? Come giudichi il tuo operato?

L’interesse c’è, ma va coltivato come un orto. A volte è timido, altre volte esplode in entusiasmo. Il mio operato? Lo giudico con onestà: ho dato tutto me stesso, spesso anche oltre le forze. Ma quando vedo un bambino emozionarsi durante uno spettacolo o un turista che si commuove ascoltando la storia di Gioacchino da Fiore, allora so che ne è valsa la pena.

La tua ultima direzione ed interpretazione è stata di recente nel “Presepe Vivente di Panettieri”. Sei soddisfatto?

Molto. È stata un’esperienza intensa, quasi mistica. Panettieri mi ha accolto con calore e fiducia, e ho cercato di restituire quella fiducia con un allestimento che fosse rispettoso della tradizione ma anche vivo, teatrale, coinvolgente. Abbiamo trasformato il borgo in un viaggio nel tempo, e vedere gli occhi della gente brillare è stato il regalo più grande.

Quali saranno i tuoi prossimi progetti?

Dopo aver portato in scena con grande partecipazione lo spettacolo sul Terremoto di Rossano del 1836, sto proseguendo con i Viaggi Emozionali nei borghi meno noti della Calabria.

In parallelo, stiamo animando gli arrivi delle navi da crociera a Crotone con eventi culturali e performance artistiche per accogliere i croceristi in modo autentico e coinvolgente. Poi farò quest’estate le escursioni in barca dal porto di Cetraro interpretando il pirata Barbarossa.

Continua anche il lavoro sul cineturismo e sto sviluppando un nuovo percorso teatrale su Bernardino Telesio. E tra le righe del tempo… Un nuovo cortometraggio sta prendendo forma.

Come vedi il futuro dei giovani calabresi in particolare, e che consiglio daresti a chi vuole intraprendere la tua carriera?

Il futuro dei giovani calabresi lo vedo come una pagina bianca: può diventare poesia o restare in bianco. A loro dico: non aspettate che vi venga dato il permesso di sognare. Prendetevelo. Studiate, viaggiate, tornate. E soprattutto: raccontate. Perché chi racconta, resiste. E chi resiste, costruisce.

Grazie William di questa bella chiacchierata! È sempre un piacere ascoltare e conoscere un artista geniale che ha saputo “accogliere” la vita in ogni suo aspetto, dimostrandoci che nulla è perduto.

Luca Martire