Gioco legale: la situazione attuale in Calabria

Tempo di bilanci per le attività di gioco pubblico, che hanno chiuso un 2022 trainato dalle piattaforme legali online, presso cui sono stati aperti 7,1 milioni di conti di gioco, con una crescita del 6,2 per cento rispetto al 2021 (fonte Agimeg).

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Già il 2021 si era attestato come un anno importante per gli incassi delle attività di gioco presso i concessionari online, e la Calabria era inserita nel trend di ascesa nazionale con una spesa di 3 miliardi di euro, con un maggiore contributo, già dal 2019, di province come Cosenza, Reggio e Catanzaro. Nel 2021 la spesa rispettiva nei giochi sul comparto di queste tre province è stata rispettivamente di 637 milioni, 577 milioni e 397 milioni di euro.

I dati che si possono raccogliere, diffusi a partire da quelli forniti da ADM, l’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli di Stato (ex AAMS) riguardano soltanto l’offerta legale a distanza.  Il compito dell’Agenzia, che controlla la regolarità e la trasparenza dei giochi per conto dello Stato, è infatti quello di rinnovare le licenze agli operatori già in possesso – se ancora idonee nei requisiti – e di rilasciare le licenze ad operare ai nuovi casinò online legali in Italia. Senza il numero di concessione l’offerta di gioco a distanza non è infatti autorizzata, ed è dunque un’attività da considerarsi illegale, sia dal lato di chi la esercita che da quello dell’utenza.

Il ruolo di ADM, oggi diretta da Roberto Alesse, che a inizio anno è succeduto a Marcello Minenna, è fondamentale in un approccio di legalità e gioco responsabile, avendo anche attivato una collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale (ACN).

Se ormai il gioco online, su scala nazionale e non solo in Calabria, è una realtà consolidata e, anzi, in costante aumento, vero è che l’integrazione dell’offerta legale in un’ottica multicanale è una delle tematiche al centro dell’attesa legge sul riordino del gioco pubblico, voluta dal MEF dello scorso governo e giunta a buon punto dell’iter, fino alle nuove elezioni.

Il gioco, che ha portato alle casse erariali 10,3 miliardi di euro (+ 22 per cento, rispetto al 2021), nella prospettiva del riordino del comparto a livello nazionale è anche al centro della cosiddetta “questione territoriale”, riguardante l’autonomia delle Regioni.

La necessità di fondo è quella di creare un’armonizzazione tra le legislazioni, anche se, in attesa della riorganizzazione generale della filiera, sono state varate nuove leggi regionali.

Proprio la Calabria, il 22 dicembre scorso, ha approvato a maggioranza in Consiglio Regionale le modifiche alla legge sul gioco pubblico, con entrata in vigore il primo gennaio 2023. Al centro del testo la regolamentazione delle fasce orarie per l’esercizio del gioco sul territorio, con chiusura imposta, per le sale scommesse e per le altre attività di raccolta, dalla mezzanotte alle 9 del mattino successivo. L’ottica di base, come detto condivisa da ADM e dalle maggiori istituzioni, è la tutela del comparto e degli utenti in primis, in una chiave di responsabilità e trasparenza, quanto mai necessari in questo settore.