La Regione si prepara, quindi, ad adottare un piano che prevede nuove misure, finora vietate, per cercare di ridurre la proliferazione della specie

Anche gli agricoltori potranno difendere i propri raccolti. Si aprirà ad abbattimenti anche nelle aree protette e nei parchi. Bisogna ricordare che quella attualmente presente non è la specie autoctona italiana ma l’evoluzione derivata dall’introduzione di una specie dell’est Europa molto più prolifica. Se infatti la specie italiana dava alla luce tre piccoli, questa può generare fino a 12 o 13 piccoli. Ci troviamo, quindi, ad un punto di non ritorno.”
Fonte e articolo completo: LaCNews24


