Cosenza – Ai piedi del Crocifisso100 giovani per una giornata di fede e speranza

Una giornata indimenticabile, intrisa di spiritualità profonda, risate giovanili e una vibrante energia, ha permeato l’anima di Cosenza lo scorso giovedì 4 settembre

L’iniziativa “Chiamiamoci Speranza”, promossa con passione dai Frati Cappuccini e dai dinamici giovani del SS. Crocifisso, coadiuvati dai volontari adulti del Santuario, ha richiamato un centinaio di giovani dalle Parrocchie della città e dei dintorni, riunendoli in un abbraccio di fede e fratellanza che ha superato ogni aspettativa. Dal cuore del Convento cappuccino e del Santuario diocesano “SS. Crocifisso della Riforma”, un fiume di speranza e rinnovamento ha percorso la città, culminando a sera in Cattedrale, ai piedi della Madonna del Pilerio, alla presenza del Vescovo.

Il sole settembrino ha baciato l’inizio della giornata con un’accoglienza calorosa, che ha subito trasformato i volti sorridenti e curiosi dei giovani partecipanti, accompagnati da alcuni preti e suore, in un’unica grande famiglia. Questo preludio carico di attesa ha introdotto tre workshop intensi e illuminanti, pensati per stimolare la mente e nutrire lo spirito.

Il primo laboratorio ha dischiuso le porte della poesia e della fede, invitando i presenti a immergersi nella sublime bellezza del Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi. Non una semplice lettura, ma una vera e propria meditazione partecipata sulla lode al Creatore che sgorga spontanea da ogni elemento del cosmo. Guidati da esperti relatori – un frate e un giovane contadino – i giovani hanno riscoperto la profondità del messaggio francescano, dove ogni fratello Sole, sorella Luna e fratello Lupo diventa un richiamo all’amore divino e alla fraternità universale. È stato un momento per riflettere sul legame indissolubile tra l’uomo e il creato, sull’urgenza di una relazione rispettosa e armoniosa con la natura, che san Francesco ha saputo indicare con un’intuizione profetica, secoli prima che diventasse un’esigenza globale.

Il secondo workshop ha rivolto lo sguardo verso la concretezza della carità, focalizzandosi sull’opera straordinaria di “Casa San Francesco d’Assisi”. Un’istituzione che non è solo un edificio, ma un vero e proprio faro di speranza per tante persone in difficoltà. Attraverso le testimonianze commoventi e i racconti di vita vissuta di due responsabili, i giovani hanno potuto toccare con mano l’impatto trasformativo di questa realtà, che ogni giorno offre rifugio, pasto, ascolto e dignità. È stato un potente richiamo all’azione, alla responsabilità sociale e alla gioia che scaturisce dal donarsi agli altri, dimostrando come la fede si traduca in opere tangibili di amore e misericordia, capaci di ricostruire vite e offrire nuove opportunità.

Il terzo laboratorio è stato interamente dedicato a una riflessione profonda e corale sulla chiamata alla santità sulla via aperta dal Santo di Assisi. Un tema che, lungi dall’essere astratto, è stato vivificato dalla presenza e dalla parola di tutti e tre gli Ordini francescani: i frati cappuccini (in rappresentanza del I Ordine), le clarisse dei due monasteri di Scigliano e di Rende (per il II Ordine), la fraternità dei francescani secolari del Santuario (III Ordine). Un momento di rara comunione e ricchezza, dove i rappresentanti di ciascun Ordine hanno condiviso le proprie esperienze vocazionali, le sfide e le gioie del proprio cammino di fede. Hanno mostrato come la santità non sia un ideale irraggiungibile per pochi eroi spirituali, ma una vocazione universale, una chiamata a vivere pienamente il Vangelo nella propria quotidianità, ciascuno secondo il proprio stato di vita e i propri talenti. Un dialogo aperto, sincero e ispiratore, che ha infuso coraggio e speranza nei cuori dei giovani, invitandoli a discernere la propria personale via verso la pienezza della vita in Cristo.

Dopo il pranzo, consumato nell’antico refettorio dei frati, la Liturgia penitenziale, animata con passione dal “Kantiere Kairòs”, ha preparato i cuori alla conversione e al perdono, mentre il concerto-testimonianza della fraternità “Amici di Gesù Buon Pastore”, che da qualche mese ha sede a Pedace, ha toccato le corde più intime delle anime, culminando in un’atmosfera di profonda commozione e gratitudine.

Al calar della sera, una processione di luci e preghiere animata dai Frati Minori si è snodata attraverso le vie di Cosenza, culminando nel suggestivo pellegrinaggio verso la Cattedrale. Qui, in un momento di intensa spiritualità e comunione, i giovani sono stati accolti dal Pastore della Diocesi, Sua Eccellenza Mons. Giovanni Checchinato. La sua presenza è stata un segno tangibile di vicinanza e incoraggiamento, un abbraccio paterno che ha suggellato un’esperienza indimenticabile. La venerazione della Madonna del Pilerio, Patrona della città, ha coronato la giornata, lasciando nei cuori dei presenti non solo il ricordo di un evento, ma la scintilla di una speranza che arde, un impegno rinnovato a vivere la propria fede con gioia e coraggio.

“Chiamiamoci Speranza” è stato molto più di un incontro; è stato un seme gettato nel terreno fertile dei cuori giovani, un’esperienza trasformativa che ha saputo unire momenti di profonda introspezione e spiritualità a occasioni di autentica e vibrante fraternità. Un monito potente, che ci ricorda come la speranza, come il Poverello di Assisi ha saputo indicarci, sia un cammino da percorrere insieme, con lo sguardo rivolto al cielo e le mani tese verso il prossimo, in una continua e gioiosa lode al Signore della Vita.