Appuntamento con la terza edizione di DramaFest al Piccolo Teatro dell’Unical

Dal 2 al 4 dicembre ritorna il festival della nuova drammaturgia firmato Libero Teatro con spettacoli, incontri ed eventi Carrozzeria Orfeo, Babilonia Teatri, Daria Deflorian e Max Mazzotta in scena all’Università della Calabria

Ritorna il festival della nuova drammaturgia che unisce il mondo del teatro e l’Università della Calabria con la direzione artistica di Max Mazzotta.

Tre giorni di teatro con artisti di fama nazionale e compagnie pluripremiate. Realizzato da Libero Teatro con il sostegno della Fondazione Carical e in collaborazione con Disu – Dipartimento di Studi Umanistici e l’associazione Entropia Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale dell’Unical, ha in programma nel teatro dell’ateneo calabrese di Rende quattro tra gli spettacoli più amati della scena contemporanea e dal pubblico. E ancora incontri con autori, registi e critici teatrali delle testate nazionali più importanti, docenti e studenti a confronto. DramaFest nasce proprio infatti con l’obiettivo di creare un dibattito sul teatro contemporaneo attraverso percorsi di formazione, studio e scambio tra esperti, artisti, critici e pubblico. In cartellone la nuova produzione di Carrozzeria Orfeo “Misurare il salto delle rane”, Premio della Critica A.N.C.T. 2025 come miglior spettacolo. Una dark comedy tutta al femminile che, con l’ironia che da sempre contraddistingue la compagnia sold out in tutta Italia, presenta al pubblico un’indagine poetica e tragicomica sulla condizione umana contemporanea e le contraddizioni dell’esistenza: pesantezza e leggerezza, dolore e riso, radicamento e desiderio di evasione.

“Pietre Nere” di Babilonia Teatri, compagnia Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2016, risultato di un’indagine svolta sul territorio di Asti all’interno di Casa Mondo, racconta la complessità che viviamo oggi attraverso un’intensa sintesi personale e politica sulla mutata percezione dei nostri spazi domestici. “Quaderno/Greta Garbo” di e con Daria Deflorian finalista Premio Ubu 2025, attraverso racconti e visioni rivela i processi di creazione dello spettacolo e la sua evoluzione, creando una sovrapposizione tra la vita artistica e quella personale, realtà e finzione.

“Giangurgolo Principe di Danimarca” di Libero Teatro per la regia di Max Mazzotta con un linguaggio comico e grottesco e un’originale riscrittura ripropone la tragedia shakespeariana di Amleto attraverso la maschera della commedia dell’arte calabrese.

“Ho rubato un filo di capelvenere” di e con Lindo Nudo per Teatro RossoSimona, un recital che intreccia parole, memorie e poesia per raccontare una Calabria ferita e resiliente attraverso le opere di tre grandi autori calabresi Leonida Repaci, Lorenzo Calogero e Franco Costabile. Tra i nomi presenti al festival i critici di teatro delle più prestigiose testate nazionali Elena Scolari (Pac – Paneacquaculture, membro coordinamento Premio Rete Critica), Paola Abenavoli (Hystrio, consigliere Associazione Nazionale Critici di Teatro) e Alessandro Toppi (La Repubblica, Teatro e Critica, La Falena), insieme a Raffaele Perrelli direttore di Dipartimento Disu e Carlo Fanelli docente di teatro Disu dell’Unical. Il progetto rivolto alle nuove generazioni vuole essere un’opportunità per portare la Calabria all’attenzione del sistema teatrale nazionale. Un modo originale e sinergico di vivere e sfruttare i luoghi della cultura, un progetto nuovo ed unico nel suo genere, in cui il teatro entra all’interno di un campus universitario, cercando di creare a sua volta un forte legame anche con la città e i suoi teatri e di avviare un confronto artistico e umano tra chi il teatro lo fa, lo studia e lo critica.

«DramaFest è per noi un momento di “comunione”, una tre giorni intensa e ricca che viaggia attraverso le varie forme di drammaturgia di compagnie ed artisti che da anni danno il loro contributo poetico al teatro contemporaneo. – commenta il direttore artistico Max Mazzotta – Un’occasione unica per gli studenti della nostra università che saranno protagonisti nel loro mondo divenendo punto di riferimento per tutti gli ospiti e le loro performance. Oltre ad essere una grande gioia, è l’appagamento di un bisogno, quello di poter vedere, ascoltare, capire, conoscere l’evoluzione del teatro contemporaneo e della sua drammaturgia attraverso l’amore e la dedizione di uomini e donne al servizio di un’arte, quella teatrale, che oggi più che mai sente il bisogno di sussurrare e risvegliare il senso poetico della vita».

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