A “Chi l’ha visto” l’appello disperato di una famiglia cosentina per ‘salvare’ la figlia affetta da grave disagio psichico

Nella scorsa puntata del noto programma Rai, anche un servizio su una famiglia del nostro territorio


La coppia cosentina Marcello e Diana, di Roggiano Gravina, si è rivolta a “Chi l’ha visto” per chiedere aiuto nella gestione della propria figlia, affetta da un grave disagio psichico.

Insieme raccontano al programma Rai, come la figlia di 24 anni continuamente scappa di casa o dai centri in cui si trova ricoverata, e di come devono rincorrerla in giro per l’Italia con l’aiuto dei carabinieri. In ciò sostengono come la legge Basaglia presenta un vuoto da colmare urgentemente “…sia per nostra figlia, che per tutti gli altri. Il nostro vuole essere una voce per chi una voce non ha“…

Sono 5 gli anni che ci vedono sballottati dai vari ospedali d’Italia; ogni volta che nostra figlia non ha più la compensazione farmacologica che per sua volontà rifiuta, perché non accetta il suo stato clinico certificato da più parti, scappa… e noi siamo lì a cercare di rincorrerla e rintracciare attraverso le denunce presso i CC.”

Nostra figlia è portatrice di una doppia diagnosi che include un disturbo bipolare severo, sottolineando che ciò l’ha condotta ripetutamente a situazioni di altissimo rischio per la sua incolumità, oltre che umilianti per la sua dignità personale. Sembra la cronaca di una morte annunciata…”

La famiglia chiede che la politica istituisca un osservatorio scientifico tecnico per poter meglio comprendere, valutare e indicare le giuste attenzioni e colmare il distacco fra la necessità, il bisogno di una salute dignitosa e i servizi oggi disponibili, pensando soprattutto a cosa sia più giusto per l’uomo, e non a ciò che è legalmente attuabile.

Davanti a tutto questo noi assistiamo come involontari spettatori inermi; è per noi un grosso sconvolgimento che ci coglie sempre impreparati, siamo sempre disarmati dinnanzi a questo e non abbiamo modo di evitare il peggio se non quello di aspettare che succeda, o attendere, nella migliore ipotesi, di essere chiamati perché è stata presa e portata in uno dei tanti pronto soccorsi d’Italia.”

Il servizio intero, contenente il racconto completo e l’appello della famiglia, si può vedere qui: RaiPlay