Riceviamo le parole di un nostro lettore, in merito alla soppressione delle autonomie scolastiche che tanto sta facendo discutere:

“Qualsiasi Stato che si definisce “civile” deve garantire al suo popolo, innanzitutto, il diritto alla salute e quello all’istruzione.
Ciò detto, comunque, non si può non tenere conto dell’esigenza di contenere la spesa nei limiti che le sue economie gli consentono.
La tanto discussa revisione della razionalizzazione della rete scolastica, è un elemento che si frappone tra l’esigenza di garantire il diritto allo studio e quella di contenere la spesa.
Oggi, tanti amministratori, lamentano la soppressione di autonomie scolastiche sui loro territori, altri, a latere, il presunto diktat della regione sull’accorpamento di alcuni Comuni.
Certo, la razionalizzazione della rete scolastica, in realtà come quelle calabresi, non può essere utilizzata, al pari di quella sanitaria, come unico strumento di contenimento della spesa dello Stato (ammesso che ciò sia vero, considerato che le strutture, quelle che hanno maggior peso economico, restano e l’unica economia amministrativa è la differenza tra lo
stipendio di un dirigente scolastico, di un Dsga e l’indennità da corrisponde a due reggenti).
La razionalizzazione della rete scolastica, invece, così come quella della rete sanitaria, deve essere parte di una riorganizzazione integrale dei territori.
Non è più possibile mantenere indipendenti tanti piccoli Comuni, uno limitrofo all’altro, rivendicando la garanzia di servizi i cui costi sono diventati, oggi, esorbitanti ed insostenibili!
La Provincia di Cosenza, di Comuni, ne conta ancora 150.
Di questi, 33 non raggiungono neanche i 1000 abitanti e 47 neanche i 2000, pochi superano i 10.000, pochissimi i 20.000.
I tre Comuni più popolosi Rende, Cosenza e Corigliano/Rossano, ne contano rispettivamente 37.000, 64.000, e 74.000.
Una riorganizzazione armoniosa e razionale del territorio con la creazione di Comuni adeguatamente dimensionati consentirebbe a questi di dotarsi di ogni servizio indispensabile alla sua popolazione, potrebbe rendere concreta la possibilità di realizzare in ognuno di questi un polo sanitario e uno scolastico, con strutture idonee appropriatamente attrezzate.
Detto anche questo, sarebbe opportuno che alcuni Sindaci e amministratori vari, facessero ammenda, interrogandosi sui motivi per i quali Scuole di prestigio come il Liceo Pitagora di Crotone e il Liceo Fermi di Cosenza, con storia secolare la prima e pluridecennale la seconda, siano scesi a numeri bassi che non gli consentono di conservare la personalità giuridica e l’autonomia amministrativa.
Di certo la causa non è solo il calo demografico!
La principale ragione, invece, trova le sue origini in due fattori fondamentali, quali:
1) la precarietà dell’offerta formativa condizionata dall’inadeguatezza delle strutture, molte delle quali, addirittura, fatiscenti, prive dell’essenziale, causa di un servizio lontano dalle esigenze dell’utenza e dei tempi (così come per i nostri Ospedali, non basta solo avere ottimi medici!);
2) l’assurda quanto inutile istituzione di nuovi indirizzi che hanno avuto come risultato più “significativo”, quello di aver, di fatto, annientato gli Istituti Tecnici, Professionali e Artistici, dilapidando un patrimonio di qualifiche e professioni che questi mettevano a disposizione dei vari settori produttivi.
Sono questi i problemi reali della Scuola di oggi, soprattutto di quella meridionale, sono queste le principali cause di un tracollo alimentato, nel tempo, dall’ incompetenza di chi l’ha governata.”
Francesco Morrone


