Riceviamo dalla nostra lettrice Francesca, con preghiera di pubblicazione:

“Mi chiamo Francesca La Valle, ho 34 anni e sono mamma di 6 bambini, l’ultimo nato pochi giorni fa.
Oggi vorrei raccontarvi la mia storia e ringraziare il reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza.
Nel mese di settembre 2020 scopro di essere in attesa del mio 6° figlio, la gravidanza procede nel migliore dei modi fino a quando con il passare dei mesi, e dopo svariati controlli, mi viene riscontrata la placenta previa. Una condizione a me sconosciuta prima di adesso. Infatti, più passavano le settimane e più aumentava la paura che qualcosa poteva accadere.
Tante sono state le volte che mi sono recata al pronto soccorso.
Fino alla notte del 20 marzo 2021, quando quel qualcosa si stava verificando, un’emorragia molto strana rispetto a quelle avute prima.
Da lì l’ennesima corsa al pronto soccorso di Cosenza, facendo tutti i controlli per il Coviud-19, portata successivamente in reparto dove il medico di turno, dopo aver effettuato i controlli, si vede costretto a ricoverarmi, in quanto la situazione non era delle migliori.
Così mi vengono fatte una serie di flebo per fermare l’emorragia…
Il medico mi comunica che, se l’emorragia si fosse fermata allora avremmo temporeggiato per il bene del bambino, perché non era ancora nella giuste settimane, altrimenti sarebbe stato costretto ad intervenire con un cesareo d’urgenza. Penso sia inutile dire qual era il mio umore in quel momento…
Fortunatamente la notte trascorse bene e l’emorragia si arrestò.
Nei giorni successivi vengo monitorata e seguita con controlli ecografici, monitoraggi fetali, flebo e nello stesso tempo rincuorata dal medico che avrebbe allungato la mia permanenza in reparto per avere la possibilità di intervenire in maniera tempestiva qualora ci fosse stato bisogno, perché tornare a casa sarebbe stato rischioso per me e per il mio bimbo.
Tante le ecografie fatte, con tutti i medici del reparto che continuavano a dirmi e a spiegarmi che era tutto necessario per cercare di far crescere il più possibile il bambino, per evitare rischi. Anche un giorno in più era importante.
Giorni su giorni e paure si sono susseguite fino a quando alle h 13 del 26 marzo (a 33 settimane), ho sentito ripresentarsi un ulteriore emorragia più forte delle precedenti.
Suona il campanello e, nel momento in cui comunico cosa mi stava accadendo, vedo arrivare nella mia stanza medici, infermieri e la caposala …e senza perdere tempo vengo portata in sala parto per procedere con l’intervento.
In sala operatoria ho trovato il primario, un’intera equipe e tra ansie paure cercavano di rassicurarmi affinché tutto andasse bene. Ma i minuti sembravano interminabili, percepivo il lavoro complesso dei medici e della loro squadra.
Soltanto dopo aver sentito il pianto del mio bambino ho tirato un respiro di sollievo.
Oggi io e il mio bambino stiamo bene e per tutto questo sarò sempre grata a tutti voi.
Al dottor Garofalo, alla dottoressa Romano, i quali mi hanno seguita con grande professionalità.
Al primario professor Morelli, al dottore Notaro, al dottore Scorza… per aver operato in tempo e con tempestività affinché il piccolo Vincenzo venisse al mondo.
Alla caposala Mazzone che mi ha tenuto la mano per tutto il tempo.
Le ostetriche Silvia, Maria, Milva e tutte le altre delle quali non ricordo i nomi. Il responsabile della ginecologia dottore Sicilia. Le infermiere tutte, che nonostante la stanchezza dei doppi turni, notti, sono sempre pronte a prendersi cura dei pazienti ed a sdrammatizzare con sorriso e parole dolci.
Gli anestesisti Stefano e Stefania… ed infine ringrazio il reparto di neonatologia che si sta prendendo cura del mio piccolo Vincenzo.
Infinitamente GRAZIE!!!“
La Valle Francesca


