Lettere 2.0: “Malati anziani non autosufficienti abbandonati a se stessi sulle barelle”

Riceviamo lo sfogo di un nostro lettore

 

 

 

“Arrivo al P.S. alle ore 8,30 circa, con una crisi respiratoria, in soggetto mancante di un polmone e sotto chemioterapia.

Vengo fatto accomodare in tenda, ossigenato e tamponato da una gentile dottoressa, mi vengono fatti un emogas ed un prelievo.

E sin qui tutto bene.

Senza alcun esito del tampone vengo mandato in P.S, barellato, a meno di 50 cm circa da altri malati.

Scoprirò, tramite conoscenze, molte ore dopo, che il mio tampone è rimasto dalle 8,45, ora del prelievo, alle 12,30 nella tenda del triage dimenticato e che, solo grazie alla solerzia degli addetti è stato processato alle 14.

Vengo attaccato all’ossigeno e mi vengono somministrati 20 cc. di cortisone (tutte cose che avrei potuto fare in casa).

Una gentile dottoressa viene a darmi un’occhiata e concordiamo che verrà eseguita una broncoscopia non appena avremo l’esito del tampone.

La piazzetta sembra un girone dantesco.

Malati anziani non autosufficienti e non mentalmente in grado di intendere, abbandonati a se stessi sulle barelle, cateteri non cambiati pannoloni luridi puzzo di urina e feci.

Una situazione inumana.

Le cose peggiorano dopo le 14 con il cambio del turno.

Nessuno fa il giro dei pazienti, nessuno dice nulla.

Dell’esito del tampone vengo a sapere per vie traverse e solo dopo una dottoressa, non quella che mi ha in carico, me lo comunica, quella che dovrebbe avermi in carico, nonostante abbia chiesto di parlarle, non si vede.

Preciso che la situazione, ancorché affollata era tranquilla.

Alle 15 mi viene fatto un elettrocardiogramma e, alle 16, un rx torace di broncoscopia non si parla e le mie richieste di conferire con il medico cadono nel vuoto.

La situazione nella cosiddetta piazzetta è peggiorata, tra lamenti puzza di urina e feci nessuno viene ad aiutare quei poveri anziani alcuni dei quali hanno flebo attaccate e finite dal mattino che nessuno stacca. O.S. ed infermieri sono latitanti, mi determino a questo punto, a chiamare l’arma vista la situazione intollerabile, sono le 16,30.

Molto rapidamente, alle 17 circa, arrivano i carabinieri che constatano la situazione e redigeranno rituale rapporto.

Ciliegina sulla torta, alle 19 chiedo di essere dimesso, silenzio di tomba, riuscirò ad andar via solo alle 20,30 dopo il cambio del turno e senza aver mai visto la dottoressa che avrebbe dovuto avermi in carco, rintanata nella sua stanza a far chissà cosa.

Inutile dire che avermi tenuto un’ora e trenta contro la mia volontà è sequestro di persona.”

 

Avv. Carlo Castellani