Lettera all’amministrazione di Rende: “Diritto all’istruzione gravemente compromesso”

Riceviamo il seguente comunicato da un gruppo di genitori

 

 

 

“Gentile sig. Sindaco, Gentili Dirigenti,
siamo un gruppo di genitori i cui figli frequentano varie scuole ricadenti nel territorio comunale.

Più volte abbiamo provato a mettere su carta i nostri stati d’animo e le nostre istanze ma abbiamo sempre fatto un passo indietro fiduciosi che le istituzioni e tutte le parti coinvolte stessero operando con giusto equilibrio e rigore per tutelare, in eguale misura, il diritto alla salute ed il diritto all’istruzione dei nostri figli.

Oggi, nostro malgrado, dobbiamo prendere atto del fatto che quella fiducia è stata mal riposta e che l’atteggiamento che contraddistingue chi decide sul presente e sul futuro dei nostri bambini non è teso alla ricerca di soluzioni fattive ma si pone sempre in autodifesa.

Le nostre scuole sono oramai chiuse dal 09/11/2020 dapprima per scelta dell’amministrazione comunale e, successivamente, dal 14/11/2020, in virtù dell’ordinanza del Presidente della Regione Calabria.

Come noto il Tar, con decreto del 23/11/2020, ha bocciato l’ordinanza regionale apprestando un giudizio in ordine ad alcune circostanze che oggi non possono più essere bypassate da noi genitori e che, sicuramente, non possono sfuggire ai destinatari di questa nostra istanza perché persone di cultura e uomini di legge.

Scrive il Tar che l’ordinanza oggetto di censura risulta illegittima perché adottata in carenza dei presupposti indicati perentoriamente, ovvero “in assenza di situazioni sopravvenute non considerate dal DPCM,  nè in ragione di specificità locali”: tale lacuna non risulta colmabile neppure a fronte del diritto riconosciuto di cui all’art. 32, co. 3, legge 833/78.

All’uopo, il Tribunale amministrativo segnala che l’ordinanza è disancorata da qualsiasi dato certo in termini di indicazione di coefficienti e/o percentuali di contagio riferibili ad alunni ed operatori scolastici e non restituisce alcuna informazione rispetto al nesso di causalità intercorrente fra lo svolgimento in presenza delle attività didattiche nella scuola materna, in quella elementare e media di primo grado (limitatamente al primo anno) e il verificarsi dei contagi.

Di fatto disconosce, perché privo di riscontri, il dato riportato nell’ordinanza regionale relativo alla riunione tecnica tenutasi in data 13/11/2020 con i Direttori dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Provinciali.

Nella riunione sarebbe stata rappresenta la problematica connessa ai numerosi contagi di studenti e operatori scolastici e la circostanza secondo la quale le scuole, “soprattutto quelle dell’infanzia e primarie, rappresenterebbero un luogo di aggregazione in cui il rispetto del distanziamento interpersonale è complicato e la possibilità di trasmissione del contagio di origine domiciliare è amplificato”.

E tuttavia, pur a fronte di tali censure, il Comune di Rende, sentiti i dirigenti, con l’ordinanza n. 894/2020, ha disposto una nuova chiusura delle attività scolastiche ricalcando fedelmente il contenuto dell’ordinanza appena bocciata dal Tar e spigandone le ragioni secondo i medesimi argomenti fumosi ed incerti.

“Con nota n. 49088 del 12/11/2020 a firma del Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp si è evidenziato un aumento della curva epidemiologica, l’incremento in ambito scolastico dei contagi e il sovraccarico dell’unico laboratorio della provincia in grado di processare i tamponi (…) ancora non sono pervenuti documenti atti a comprovare un mutamento della situazione descritta”.

Quindi, dopo ben 13 giorni dalla nota ordinanza n. 49088 e dopo 17 giorni dalla prima ordinanza di chiusura delle scuole emessa dal Comune di Rende: – non  esistono dati certi in ordine alla percentuale di incidenza dei contagi nelle scuole del territorio; – non esiste alcun riscontro numerico in ordine alla relazione intercorrente fra lo svolgimento in presenza delle attività didattiche nelle scuole materne, elementari e media di primo grado e il verificarsi dei contagi; -non è dato verificare, attraverso la consultazione di documenti e di atti, un mutamento della situazione descritta con la nota Asp del 12.11.2020 ( ad oggi, ancora, non riscontrata, per come indicato dal TAR).

Quali, dunque, i dati certificati che oggi hanno condotto a questa ulteriore chiusura?
Si tratta di un diritto: quello legittimo in capo alle famiglie di conoscere, correttamente ed in modo esaustivo, le logiche che motivano scelte che, a loro volta, riverberano sulla vita dei minori.

Si tratta di un dovere: quello in capo a chi amministra di agire nella massima trasparenza e nell’interesse esclusivo dei cittadini.

Precisiamo che proprio nella giornata di ieri 24/11/2020 il bollettino ufficiale Asp indicava zero contagi nel Comune di Rende (sic!).

La tutela della salute pubblica risulterà privilegiata rispetto a quella all’istruzione solo se funzionale ad esigenze di ordine pratico ed effettivo, basate su dati certi e incontestabili.

La politica, d’altra parte, risulterà buona e di qualità solo qualora, in virtù di una analisi attenta ed oggettiva, appronterà azioni coerenti.

È per tale ragione che anche noi oggi non vogliamo fermarci alla mera critica ma intendiamo avanzare PROPOSTE CONCRETE   al fine di trovare soluzioni condivise e fattive che possano proteggere la scuola consentendone la sua prosecuzione nel modo più “normale” possibile.

L’obiettivo è tutelare, contemporaneamente, il diritto alla salute insieme al diritto all’istruzione quest’ultimo sino ad oggi gravemente compromesso:

DAD integrata con Didattica in presenza: per i genitori che lo richiedono espressamente (per timore di frequentare in presenza o per problemi di salute legati al Covid o per gli alunni fragili), si chiede che i dirigenti scolastici prevedano la Didattica a distanza in contemporanea allo svolgimento delle lezioni in classe;

Scuola in presenza con classe ridotte: classi divise in gruppi di massimo 10 elementi con gli stessi insegnanti che si alternano nelle due classi in orari diversi (così avveniva – e continua ad avvenire anche in DaD – in alcune classi della Scuola Primaria di Linze)

ALTERNANZA DELLA FREQUENZA DELLE CLASSI: in alternativa, prevedere l’alternanza della frequenza suddividendo la frequenza delle classi a settimane alterne: una settimana o 15 gg di frequenza in presenza per le prime e le seconde classi e una settimana o 15 gg di frequenza per terze, quarte e quinte classi, garantendo la DAD per chi non è in presenza.

EVITARE LA CHIUSURA A TAPPETO DELLE SCUOLE: vi chiediamo, in situazioni di criticità, di non chiudere a tappeto tutte le scuole del proprio istituto comprensivo ma considerare l’aspetto epidemiologico Istituto per Istituto confermato dall’esito del tampone positivo, anche se effettuato presso Laboratori di analisi privati, degli alunni e/o dei loro familiari interessati.

RIENTRO A SCUOLA CON CERTIFICAZIONE ESITO NEGATIVO: consentire il rientro degli alunni affetti da Covid-19 solo con certificazione di esito di tampone negativo per sé e per di tutto il suo nucleo familiare convivente;

CONVENZIONE CON LABORATORI DI ANALISI: si chiede a tutti i dirigenti scolastici, in concerto con il Comune, di stipulare delle convenzioni (come già fatto da molti enti/ordini/istituti sul territorio Provinciale) con Laboratori di analisi per tutti gli alunni e i loro familiari iscritti presso i propri istituiti così da velocizzare l’esecuzione dei tamponi ad un prezzo accessibile a tutti. E quando saranno disponibili consentire nelle scuole i test salivari.

AUTORIZZARE TEST ANTIGIENICI RAPIDI NELLE SCUOLE: Si chiede infine di avviare l’attività di screening all’interno delle scuole con i test antigienici rapidi ai genitori degli alunni che frequentano la scuola primaria e la scuola dell’infanzia, ed anche attraverso i test salivari per i bambini. In tal senso anche il Ministero della salute ritiene tali misure efficaci per il controllo dell’epidemia nella scuole.
La nostra voce è la voce dei nostri bambini e dei loro diritti: il diritto all’istruzione, il diritto alla relazione ed al confronto, il diritto all’infanzia. Siamo fortemente preoccupati perché, da tempo, è in atto una forte regressione culturale e relazionale e, se non interveniamo subito, rischiamo il punto di non ritorno.

La didattica a distanza non funziona perché inficia alla base il processo di costruzione della personalità dei nostri bambini e dei ragazzi, amplifica le disparità penalizzando le persone più fragili. Converrete con noi nell’ammettere che la scuola è l’ultimo baluardo per i più deboli, per dare loro una possibilità di crescita ed emancipazione.
La scuola è uno di quei pochi luoghi insostituibili che deve essere protetto e garantito e se le istituzioni tutte non fanno tutto ciò che è necessario a tal fine allora hanno fallito.
Chiediamo pertanto una risposta formale e/o di essere convocati con urgenza per discutere tali proposte e affrontare la questione della riapertura delle scuole in sicurezza.”

 

Cordiali saluti