Lettere 2.0: “Ospedale blindato ma la consegna della pizza ai medici si può?”

Riceviamo lo sfogo di un nostro lettore

 

 

 

“Vorrei rendere pubblica questa spiacevole esperienza (che dovrebbe farci riflettere) vissuta.

Visto il periodo, per arrotondare, ho da poco iniziato a fare il Rider per una rinomata azienda di Food delivery; ieri sera, intorno alle h 22 arriva un ordine da dover consegnare e fin qui, tutto nella norma, non fosse che per il fatto di doverlo portare all’Ospedale Civile Annunziata di Cosenza.

Cosa avete pensato? Non fuori! Proprio dentro l’ospedale. 

Come richiesto dal medico che ci ha contattati.

Avrei dovuto lasciare la macchina dove si fermano le ambulanze, percorrere tutto il pronto soccorso e passare da vari reparti (chi conosce l’Annunziata, conosce la situazione del pronto soccorso e quanti reparti bisogna percorrere).

Un’altra vittima è stata la guardia che ha categoricamente detto di no, sia a me (che ero comunque rimasto alla sbarra di entrata ad aspettare senza avvicinarmi) che al dottore che anche in chiamata ha insistito ripetutamente la Guardia nel farmi entrare con testuali parole: «Ma almenu fallu venì addi si fermanu l’ambulanze, me fa escia a forza pe na cazz’ i pizza!».

Decide di scendere alla sbarra (ambiente esterno alla struttura), ovviamente in outfit medico: camice, calzatura medica da reparto e l’utilissima mascherina sotto il naso.

Al suo arrivo e al mio rifiuto di avvicinarmi, almeno, a suo dire, a 50 metri verso la seconda sbarra mi son beccato il primo insulto dell’appuntamento col dottore (forse vero, secondo le mie ex fidanzate): «Si popu nu minchiune» …ed io zitto.

La guardia ha spiegato che le regole non permettono di far entrare chiunque in un Ospedale, soprattutto in questo periodo.

Ed è qui il momento in cui sono partiti gli insulti e le minacce di far perdere il lavoro anche per lui rincarando la dose (anche e soprattutto a me), dicendoci di ricordare il suo nome (letto attraverso il suo dito indice passato sul camice) e dandomi del falso che si era inventato tutto, che stavo infangando un pubblico ufficiale che mi aveva lasciato la mancia sull’app (1 euro) e che me ne dovevo andare perchĂ©: «M’ha giĂ  cacatu a minchia puru tu ca si nu cretinu i merda» (io sempre alla sbarra).

Ora, le domande che mi assillano sono tante ma in particolare: come può la Calabria Zona Rossa, fiorente di malasanità “redimersi”?

Ad abitarla, a popolare il sistema, ci sono individui del genere…”

 

Sebastian