Le palestre cosentine messe in ginocchio dal Dpcm. Qui alcune testimonianze

Diversi i centri sportivi, palestre e scuole di danza che in queste ore ci stanno scrivendo

 

 

Riportiamo la testimonianza dei direttori artistici della Asd Dancing Club scuola di ballo

 

“Come molte attività italiane, anche i centri di danza si sono dovuti arrendere al nuovo DPCM.

Dopo un’attesa durata 7 mesi, per questo settore messo alle strette, finalmente era apparsa la possibilità di riaprire le porte a tutti coloro che nella danza trovano la loro passione, il loro hobby e a volte il loro futuro o il loro lavoro, in questo meraviglioso mondo fatto di sport e di arte.

Dopo un’intera estate trascorsa a riorganizzare le proprie strutture sulla base dei protocolli imposti dal governo, investendo tempo e denaro in un momento così incerto e difficile per il mondo sportivo e dell’arte, ogni centro aveva garantito un altissimo livello di prevenzione grazie a termoscanner, tappetini debatterizzanti, gel igienizzanti, segnaletica di distanziamento, prenotazioni obbligatorie dei corsi e auto dichiarazione dello stato di buona salute dei partecipanti.

Tutto questo però non è bastato poiché a poco meno di un mese dalla reale apertura dell’anno sportivo, abbiamo dovuto nuovamente abbassare le saracinesche.
Noi, Domenico e Stefano direttori artistici dell’Asd Dancing Club scuola di ballo storica della regione Calabria poco più di un anno fa abbiamo realizzato il sogno più grande per tanti appassionati del ballo dando vita ad uno dei più grandi centri di danza della nostra regione, un sogno interrotto troppo presto.

Pochi mesi fa ci abbiamo creduto ancora, investendo sudori e non solo, per regalare ancora gioia ed emozioni. Oggi però, ci troviamo costretti a spegnere le luci!

Ma non vogliamo smettere di sognare come non possiamo smettere di vivere, perché noi abbiamo fatto del nostro sogno la nostra vita.

Viviamo di ballo, emozioni, disciplina, arte e oggi chiudiamo le luci, ma abbiamo necessità di riaprirle il più presto possibile, dobbiamo continuare a trasmettere ai nostri allievi i principi in cui abbiamo sempre creduto.

La danza come lo sport in generale è salute, arte e cultura e senza questo non si può vivere.

Speriamo che il governo capisca al più presto di aver chiuso un settore indispensabile per la vita di molti italiani ma soprattutto per le nuove generazioni che non possono rimanere a casa per ore ed ore davanti un computer o uno smartphone.

Saranno loro il nostro futuro.”

Qui il video

 

 

 

Questa invece è la testimonianza della titolare della Crossfit Rende

 

“Lo sport è morto il 25 ottobre del 2020, intorno alle 21.30.

A certificarne la morte sono stati gli oltre 80.000 operatori in questo settore, tra gestori, proprietari di A.S.D. e S.S.D., personal trainer, sportivi – agonisti e non – e tutti quelli che grazie a questo mondo riescono a fare la spesa tutti i giorni.

Ad essi si aggiungano pure tutte quelle persone che grazie allo sport, vivono, sopravvivono, riescono a sopportare quello che la vita riserva loro, elevano il loro stato di salute.

Allora, signori, questi numeri non si contano più.

Eppure, tutti questi numeri non sono serviti per fermare la mano dei loro assassini; non sono servite le evidenze scientifiche di zero contagi all’interno di strutture sportive e piscine; non sono serviti i controlli a tappeto dei nas che hanno rilevato quanto fossero sicure le palestre e le piscine, al secondo posto dopo gli ospedali per numero di igienizzanti, per distanziamento tra gli operatori e i clienti, per distanziamento tra i clienti stessi, per pulizia.

Un duro colpo li aveva resa agonizzanti già a marzo.
Ma era giusto, doveroso chiudere per la tutela della salute pubblica.

Oggi no, oggi non si possono chiudere quelle realtà sociali ed economiche dove il diritto alla salute viene tutelato; dove le regole vengono rispettate e dove nessuno, nessuno si ammala.

Ma lo sport, quello degli “spiccioli”, non interessa ai nostri assassini.
E così, luoghi come il nostro, con oltre 800 mq di spazio, che stava aperto con sole 20 persone (che mai c’erano in una classe) ad ora; con igienizzanti ogni 50mq; distanziamento; 3 uscite d’emergenza e un ingresso principale; controllo della temperatura; autocertificazione all’entrata; prenotazioni e pagamenti on line; elenco giornaliero (ora per ora) di chi entrava e chi usciva; pretesa di tampone per chi, per motivi di lavoro o personali, si recava fuori regione, ha dovuto chiudere.

A cosa è servito il rispetto delle regole?

A morire il 25.10.2020.
Non apriremo tra un mese. Non raccontateci “favole”.

E se abbiamo perso il sonno noi, non sappiamo come farete a dormire voi con tutte queste vite sulle vostre coscienze.”

 

 

Ed ancora la testimonianza del titolare del centro fitness Mida club sito in Settimo di Montalto Uffugo

 

“Vorrei esprimere il mio dissenso sulla chiusura delle palestre e verso tutto il decreto ministeriale. Da quando ci hanno riaperto il 25 maggio dopo una chiusura di quasi 3 mesi, abbiamo cercato di risollevarci e di adeguarci ai nuovi regolamenti anti Covid, termoscanner limitazioni delle presenza in sala, limitazioni di spogliatoi, igienizzanti disinfettanti e tanto altro.

Per non parlare dei recuperi di tutti quei clienti che avevano pagato prima della chiusura e che giustamente hanno preteso il rimborso o il recupero dei mesi non goduti. Ma finalmente con tanta forza e volontà e tantissimi sacrifici siamo riusciti ad arrivare a settembre e a dir la verità le cose sembravano mettersi a posto, e poi il disastro, questa ulteriore chiusura ingiusta che ci disintegra economicamente e mentalmente. Ora siamo stanchi e manifesteremo in ogni modo per poter fare valere i nostri diritti.

Alla beffa delle promesse l’inganno della chiusura, lo sport è vita, io nel mio centro non ho soltanto persone che vengono a scolpire gli addominali ma ho anche tanti bambini che crescono nello sport, bimbi che hanno bisogno di ginnastica posturale per problemi all’apparato locomotore, persone che hanno subito processi neurologici e ora devono fare attività fisica e tante altre che cercano un po’ di amicizia e sorriso.

La guerra non si fa verso chi vuole la pace, e noi in pace combatteremo per fare valere ciò che siamo, educatori di sport è di vita.”