Riceviamo le toccanti parole della coordinatrice dell’Unità Operativa Malattie Infettive dell’Annunziata di Cosenza

“Spett. Cosenza 2.0,
è doveroso per me condividere con i vostri lettori il mio pensiero.. Oggi per me è un giorno speciale, tantissimi sentimenti affollano il mio cuore e la mia mente. Tutto ebbe inizio i primi di marzo, quando sono stata individuata come infermiera referente nel reparto di malattie infettive dell’Annunziata di Cosenza. Per me un sogno diventato realtà , ma dopo pochissimi giorni, esattamente il 6 marzo, inizia la nostra odissea.
I primi pazienti Covid. Nel giro di pochi giorni mi trovo a gestire e coordinare due reparti dedicati ai pazienti affetti da coronavirus, con colleghi con i quali condividevo da anni il mio lavoro d’infermiera in malattie infettive e, tanti nuovi colleghi che si aggiungevano al nostro team per sconfiggere il mostro chiamato Covid.
Non è stato facile, insieme abbiamo condiviso tanti momenti, fatti di difficoltà , di momenti di sconforto e di tanta unione fra noi. Non è stato facile combattere contro qualcosa che non si conosceva, ma.. non abbiamo mai mollato, grazie anche al supporto della gente comune che non ci faceva sentire soli.
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I primi giorni, in un momento di sconforto, una delle Dottoresse a me cara, mi disse una frase che alimentò in me la luce della speranza: Non importa quanto ci sacrifichiamo.. Se questo servirà a salvare un solo essere umano, ne sarà valsa la pena (cit. Dott.ssa Greco).
Beh, di vite umane ne abbiamo salvate tante, non solo una ed oggi quando abbiamo comunicato al nostro ultimo paziente che da lì a poco poteva tornare a casa in quanto guarito, è stato stupendo. Un momento unico, ricco di emozione. Le lacrime solcavano i nostri visi.. Ed erano lacrime di gioia. Finalmente non più lacrime causate dallo stress, dal dolore e l’impotenza nel perdere una vita umana, no stavolta no..
Tanta, tanta gioia. E come tutte le storie a lieto fine vanno fatti i ringraziamenti che è giusto fare a tutte quelle persone che ci sono state vicine, anche solo con un saluto, un cuoricino postato… Non siamo stati eroi ma solo professionisti che in una sanità malata hanno dato anima e cuore per ciò in cui credono.“
Rosina Bartolotta, coordinatrice Unità Operativa Malattie Infettive


