Lettere 2.0: “Non siamo più gli arroganti, gli sfrontati… Abbiamo scoperto di essere fragili”

Riceviamo una lettera da un gruppo di giovani lettori

 

 

 

“Da quant’è che non ci vediamo, non ci tocchiamo, non ci abbracciamo?

Strano vero?

Eravamo abituati a guardarci negli occhi tutte le mattine, con il cuscino ancora attaccato al viso e zero voglia di sentire spiegare il professore della prima ora. Nonostante la situazione stiamo per raggiungere il traguardo: la maturitĆ .

Tra poco più di un mese si darĆ  il via all’inizio della fine e proprio per questo ĆØ d’obbligo rivivere insieme questo lungo viaggio durato 5 anni.

Ricordo bene le mie lunghe litigate con Mario, le interrogazioni in 20 con l’Aiello, i capelli lunghi dello Scorza e le spiegazioni interminabili della Caputo.
Beh, tra drammi, litigi e nuovi arrivati il primo anno ĆØ volato via e in un battito di ciglia ci siamo ritrovati ad affrontare il secondo anno: protagonisti indiscussi Mario e il suo amore platonico con la Nicoletti, Alessia ā€œla piromaneā€ intenta ad appiccare fuoco alla casa della famosissima prof. Caputo, Davide e il volo del libretto delle giustificazioni, la mitica prof Alfano e lo scioglimento dei ghiacciai e per ultimo, ma non per importanza, l’internazionale CutellĆ© con la sua voce soave.

Il secondo anno ĆØ stato anche l’anno delle scelte: abbiamo dovuto decidere l’indirizzo di studi da continuare a seguire, ed ĆØ proprio grazie a queste scelte che adesso siamo qui, insieme.

[better-ads type=’banner’ banner=’11224′ ]

Passata l’estate ci siamo ritrovati per la terza volta tra quei banchi, stavolta però 3 classi fuse in una. ƈ inutile dire che ĆØ stato difficile ritrovare l’equilibrio che avevamo costruito in 2 anni, sono nate nuove discordie ma allo stesso tempo grandi amicizie.Ā 
Il quarto anno, sicuramente uno dei più belli, ĆØ l’anno in cui abbiamo dimostrato di essere davvero un’unica grande famiglia, ĆØ stato anche l’anno delle consapevolezze, dei 18 anni, delle prime patenti e di Raffaele rappresentate d’istituto. Mille ricordi mi tornano in mente, dai sabati al “Leggero” siamo volati a Barcellona, una delle esperienze che porteremo per sempre nel nostro cuore.

Da quel viaggio siamo tornati più uniti che mai pronti ad affrontare qualunque cosa il destino avrebbe messo davanti il nostro cammino.
Ed eccoci al quinto anno tutti insieme, chi l’avrebbe mai detto?

Sono passati cinque anni e solo ora rimpiango tutti quei momenti in cui ho desiderato che il tempo scorresse più velocemente.

Forse quello che stiamo per dire renderĆ  fiero il nostro caro prof Giacobino, in questa quarantena abbiamo capito a fondo cosa intendeva Leopardi con la sua famosissima teoria pessimista. In questi ultimi mesi il pessimismo cosmico e quello storico si sono fusi in un unico, profondissimo e depressissimo pessimismo.
Maledetto Coronavirus, ci stai rubando tempo e momenti preziosi, il nostro tempo, i nostri momenti…
Questi dovevano esseri i nostri ultimi mesi tra quei banchi, in quella scuola, con quelle persone, i prof, i bidelli…

[better-ads type=’banner’ banner=’11224′ ]

Di noi si ĆØ parlato solo per capire come valutare l’anno scolastico e poi il buio, intanto siamo chiusi in camera alle prese con i giga e con Netflix cercando una serie che valga la pena guardare, facendo finta che la notte sia ancora da vivere, perchĆ© siamo sinceri, chi ĆØ che va a letto prima delle 3?
Nonostante tutte le previsioni e i pregiudizi, posso dire con fermezza che siamo stati bravi, forse gli unici a fare del #iorestaacasa un legge suprema.

Nel giro di due settimane tra letargo e presa di coscienza, abbiamo visto cambiare la nostra vita. Non siamo più gli invincibili, gli arroganti, gli sfrontati, i timidi o gli assonnati. Abbiamo scoperto di essere fragili e che il mondo non è tutto rose e aperitivi.

Arrivati a questo punto ĆØ doveroso ringraziare tutti.

Mi mancherete ragazzi, come l’aria che respiro, ma più di tutto , mi mancherĆ  questo tempo che invece ĆØ stato nostro e che abbiamo condiviso. Alle risate fino alle lacrime e alle lacrime e basta, ai momenti brutti, a quelli belli, ai compiti andati bene, ai turni per le interrogazioni, alle gite, alle feste, a tutte le volte che a scuola non abbiamo fatto scuola, a quelle volte che in classe abbiamo ballato tutti insieme, ai brindisi, alle volte in cui abbiamo pensato di non farcela e a quelle in cui, invece, ci siamo riusciti insieme, a chi di voi non va mai avanti solo ma spinge il gruppo, ai miei migliori amici, alla mia famiglia, al mio ā€œtutti i giorniā€ per questi cinque anni, alla mia classe io dico GRAZIE!

Grazie fratelli miei per tutte le volte che invece di lasciarmi a terra mi avete aiutato a rialzarmi.

Al Pezzullo, alla 5° SIA”

 

Federica, Alessia, Annapia, Pierpaolo