Lettere 2.0: “A Rende la gente fa quello che vuole. Servono più controlli”

Riceviamo dalla nostra lettrice Francesca:

 

Fonte Google Maps

 

Questo mio post spero giunga all’attenzione del sindaco della cittĆ  di Rende o di qualcuno a lui vicino:

Abito a Quattromiglia e sono profondamente amareggiata per quello che ho tristemente constatato da ieri mattina. Affacciata dal balcone del mio appartamento, destata dal chiacchiericcio sonoro proveniente da fuori, ho notato, per tutto il giorno, come il viale che conduce alla chiesa di San Carlo Borromeo fosse pieno di gente che camminava senza mascherine, in gruppo; di coppie felicemente sedute sulle panchine del parco fluviale adiacente il mio palazzo a godere del caldo sole primaverile, sempre senza mascherine, di comitive di ragazze poco più che ventenni, senza mascherine e senza buste della spesa a seguito, ne cani da portare a passeggio, che ridacchiavano una accanto all’altra; di gente che faceva attivitĆ  fisica, senza mascherine.

Vorrei capire se Rende ĆØ passata alla fase 2 dell’emergenza ma nessuno lo ha comunicato, se l’obbligo di indossare le mascherine riguardasse solo i fessacchiotti ligi al dovere o si estendesse a tutti, se avessero concesso la possibilitĆ  di fare sport all’aperto, di riunire le comitive di giovani ed ascorlare musica dallo smartphone tutti insieme per strada, se fare una passeggiata lontani dalla propria abitazione fosse stato concesso e mi ĆØ sfuggito.

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Mi amareggia quanto constatato per tutto il giorno, a tal punto da scriverne un post, perchĆ© i sacrifici di vivere in un appartamento da più di 40 giorni, di soffrire per non poter vedere la mia famiglia da ancor più tempo, di prendere un po’ di aria quell’unica volta a settimana in cui sono costretta ad uscire per fare la spesa, queste rinunce e privazioni enormi sono vanificati dalla moltitudine di ignoranza e negligenza di una fetta di popolazione, che crede di essere furba, che non si sa come, sfugge ai controlli delle forze dell’ordine, che sottovaluta, perchĆ© profondamente mediocre, i rischi a cui sta esponendo un’intera comunitĆ , perseverando in atteggiamenti di menefreghismo e non rispetto delle regole.

Non ĆØ giusto che le partorienti si ritrovino da sole a vivere l’esperienza delicata del parto, che gli anziani o gli ammalati combattano da soli la lotta contro il virus, che i medici rischino la loro vita per salvare la nostra e tutelarci, e molti altri siano superficiali e irrispettosi verso direttive nazionali, continuando a vivere come se nulla fosse mai accaduto. Più controlli, meno omertĆ , meno ingnoranza.

 

(Francesca)