Dopo la diffusione di una delle più discusse segnalazioni della nostra pagina … l’autore Dario Agrimi si mette a disposizione nella Galleria d’Arte Ellebi per discutere insieme a voi dell’opera “NON DICE CHI È”

“NON DICE CHI È. L’arte tra dialogo e meraviglia
Mercoledì 28 giugno ore 19.00
Galleria d’arte Ellebi– Cosenza
Ore 18 accoglienza bambini e ragazzi.
‘’Dimmi chi sei’’ – il gioco dell’arte
Fogli e matite colorate per la libera espressione dei bambini nell’arte
Mercoledì 28 giugno alle ore 19, in occasione del finissage della mostra ‘’Thesaurus’’, la galleria d’arte Ellebi invita a “NON DICE CHI È. L’arte tra dialogo e meraviglia”, un incontro aperto per tutti coloro che sono desiderosi di ampliare gli orizzonti, scambiare opinioni, aprirsi al dialogo.
Incontro con
Dario Agrimi
In collegamento skype Martina Cavallarin critico d’arte e curatrice mostra ‘’Thesaurus’’
Coordina Francesca Pecora
Da un estratto dell’intervento di Martina Cavallarin in relazione alle polemiche suscitate dall’opera di Dario Agrimi ‘’Non dice chi è”
L’arte in vetrina. Un territorio d’esperienza (di Martina Cavallarin)
La vetrina della galleria è un paesaggio ibrido, un luogo privato che però si affaccia, innestando un dialogo, sullo spazio pubblico della strada. In quell’affaccio avviene la “fruizione nella distrazione” come afferma Walter Benjamin anche a proposito dell’arte pubblica, fuori dalle mura del museo.
Anche la televisione è una vetrina, ma non si affaccia sulla strada; la televisione entra suadente e infida nelle nostre case. Con o senza “parental control attivato”. Una televisione colma di violenza, quella sì, la violenza della banalità, del vuoto, dell’annichilimento e dello svilimento.
L’arte è una domanda aperta sul mondo, è curiosità, è territorio di transito instabile e straordinario, e quindi mai rassicurante, per menti aperte o desiderose di aprirsi, disposte alla conquista di nuove possibilità: l’arte massaggia il muscolo atrofizzato della coscienza collettiva. Il bambino non urla terrorizzato alla vista di un appeso, di una ferita, di un’immagine insolita, del diverso, ma diversamente il bambino urla stupefatto perché lì si manifesta il suo desiderio di capire e la sua apertura al mondo.
L’arte contemporanea, e tutta la grande arte è sempre contemporanea, ha una sua bellezza transeunte e variabile nei secoli. L’artista è un manipolatore di segni che trova nel mondo e che traduce secondo la sua propria visione nella magia dell’opera.
La critica RosalindKrauss ci ricorda che nel suo nucleo più ostinato l’arte è sovversione, sfida, individuazione di alternative. E quindi anche violazione di divieti, scavalcamento che riporta in luce quanto era stato represso o rimosso e istituisce corrispondenze inattese tra percezione e pensiero. L’arte si prefigge di destabilizzare le nostre abitudini di pensiero, per farci progredire e crescere.
I bambini amano l’arte perché sono persone che ancora posseggono integre una curiosità senza filtri che si va, anche se non sempre inevitabilmente, ad annacquare nel tempo. Per evitare tale decrescita infelice i bambini devono progredire contornati da stimoli, possibilità, interazioni. C’erano molti bambini la sera dell’inaugurazione di Thesaurus, molti. E sedevano sui gradini accanto all’opera di Dario Agrimi “Non dice chi è”, una scultura sospesa in stato di equilibrio impossibile, con le fattezze di un corpo incappucciato di cui si vedono solo i giganteschi piedi neri sospesi, e ridevano di quegli artiiperrealisti giganteschi, delle unghie così simili e così diverse dalle loro. Guardavano in silenzio o sorridenti, sempre con occhi colmi di meraviglia, dispositivo che attiva i meccanismi della crescita e dell’apertura a un universo infinito. Ecco, parliamo della meraviglia. Il resto lo lasciamo a genitori distratti, loro si, nei confronti della crescita del pensiero e della coscienza critica dei loro figli e della collettività intera.
Ora portate i bambini fuori di casa e lontani dalla televisione e dalla “democratica pornografia” della rete. Accompagnateli nei musei, davanti a Caravaggio con le sue spade e teste mozze e serpenti di Medusa, alla Crocifissione di Mantegna, ai regni destabilizzanti di Hieronymus Bosch, ai mondi costruiti dagli artisti contemporanei che hanno lo sguardo prismatico della libellula e le facoltà dell’androgino, uomo e donna insieme con tutta la sua potenza e il dono della specialità. Accompagnateli e fatevi accompagnare, e ascoltateli. Imparerete molto dal loro sguardo aperto all’altro e alle diversità che implicano intelligenza e attitudine allo sviluppo. L’arte è un territorio d’esperienza in cui crescere insieme.

Per chi non avesse letto (pochi…) la segnalazione che abbiamo diffuso la può rileggere QUI


