Riceviamo la riflessione di un nostro giovane lettore, costretto ad emigrare al nord:

“Calabria – la delusione di chi ama la propria terra.
Sono cresciuto in Calabria, nella provincia di Cosenza, una terra bellissima, piena di storia, di sole e di gente sincera. Ma negli ultimi anni mi sento sempre più deluso. Non dalla mia gente, ma da un sistema che sembra non voler cambiare mai, che costringe troppi giovani e famiglie a guardare altrove per costruirsi un futuro dignitoso.
Da Quando mi sono trasferito o ho avuto modo di conoscere il nord , ho capito cosa significa vivere in un luogo dove le opportunità esistono davvero. Qui il lavoro non è un miraggio, i servizi funzionano, le strade sono curate, e le istituzioni sembrano pensate per aiutare i cittadini, non per metterli alla prova.
Il tenore di vita è completamente diverso: si respira ordine, rispetto e una sensazione di sicurezza che in Calabria, purtroppo, sembra ancora lontana. A Cosenza e in gran parte della Calabria il lavoro stabile è un privilegio, non una possibilità comune. Chi lavora spesso lo fa con stipendi bassi, contratti precari o nella totale incertezza.
Le opportunità per i giovani sono pochissime, e chi ha talento o voglia di costruire qualcosa finisce per partire. Si parla spesso di “fuga di cervelli”, ma la verità è che qui scappano anche le braccia, i sogni e le speranze. Qui al nord, invece, tutto sembra più facile.
Le amministrazioni investono in formazione, nel turismo sostenibile, ecc . I giovani vengono incoraggiati a restare o a tornare. E non è solo una questione economica: è anche culturale. Si percepisce un senso di comunità, di fiducia reciproca, che purtroppo nel Sud si è perso tra burocrazia, disillusione e mancanza di prospettive.
Scrivo queste righe con amarezza, perché la Calabria è una terra che amo profondamente. Ha un potenziale immenso: paesaggi mozzafiato, un patrimonio culturale straordinario e una cucina che il mondo ci invidia.
Ma tutto questo non basta se mancano il lavoro, i servizi e la possibilità di vivere con dignità. E io, come tanti altri, rimango con la triste consapevolezza di amare una terra che non riesce ad amare fino in fondo chi la abita.”
(Emanuele Morrone)

