Lettere 2.0: “Un grazie dal profondo del cuore al Reparto di Gastroenterologia dell’Ospedale di Cosenza”

Riceviamo la testimonianza della nostra lettrice Francesca:

«Siamo entrati in quel reparto disorientati, impauriti, sopraffatti da notizie che lasciavano ben poco spazio alla speranza. Le condizioni di salute di mio padre erano critiche e l’incertezza ci stringeva il cuore. Ma fin da subito, varcando la soglia del Reparto di Gastroenterologia dell’Ospedale di Cosenza, abbiamo incontrato qualcosa che raramente si trova nei luoghi della sofferenza: l’umanità.

Prima ancora della competenza, prima ancora della bravura — che pure sono state eccezionali — vogliamo dire grazie per l’amore, la pazienza, l’empatia. In quel reparto non abbiamo trovato solo professionisti; abbiamo trovato persone. Ognuno di loro, dai medici agli infermieri, dagli OSS fino al personale ausiliario, è entrato nella nostra vita con delicatezza, rispetto e profondo senso del dovere. Con ciascuno si è creato un legame speciale, autentico, umano. Mai un tono fuori posto, mai una risposta infastidita, anche quando — lo ammettiamo — la nostra ansia ci rendeva insistenti, esigenti, stanchi e spesso ripetitivi.

Il reparto non ha mai fatto distinzioni tra ruoli. Non c’erano “categorie”, ma una squadra compatta e coordinata, dove ognuno sapeva di essere parte fondamentale del percorso di cura. Un’unione rara, che trasmetteva serenità anche nei momenti più difficili.

E poi la professionalità: semplicemente impeccabile. Ogni dettaglio clinico veniva monitorato con attenzione, ogni variazione nei parametri veniva presa sul serio e affrontata tempestivamente. Non c’era superficialità, non c’era fretta, non c’era mai l’impressione che le cose andassero “lasciate al caso”. Il percorso medico è stato condotto con rigore, precisione e straordinaria competenza. Ci siamo sentiti al sicuro, pur vivendo uno dei momenti più duri della nostra vita.

Abbiamo trascorso 44 lunghissimi giorni in quel reparto. Abbiamo conosciuto otto diversi compagni di stanza, otto famiglie diverse, e ciò che più ci ha colpito è stata la costanza con cui quel rispetto, quell’attenzione e quella gentilezza venivano offerti a tutti, indistintamente. Non era un trattamento “di favore”: era semplicemente il loro modo di essere. Sempre. Con tutti.

A questo vorremmo aggiungere ancora qualcosa: la capacità di ascolto. In un contesto ospedaliero, spesso i parenti si sentono invisibili, di troppo. In Gastroenterologia, a Cosenza, ci siamo sentiti visti. Ci siamo sentiti accolti. Ogni nostro dubbio veniva spiegato con chiarezza, ogni nostra paura veniva ascoltata e mai minimizzata.

E infine, un ringraziamento speciale per il calore umano che ci ha accompagnati anche fuori dalla stanza. Un sorriso nei corridoi, una parola di conforto nei momenti bui, un incoraggiamento sussurrato quando tutto sembrava crollare. Ci avete fatto sentire meno soli, e questo è un dono inestimabile.

Non dimenticheremo mai quello che avete fatto per mio padre, né quello che avete fatto per noi. Con gratitudine e affetto, porteremo per sempre nel cuore ognuno di voi.

Grazie di tutto».
Antonio, Ida, Francesca e Aurora Cardamone