Lettere 2.0: “La mia esperienza con la Questura di Cosenza per il mancato rilascio del porto d’armi ad uso venatorio”

Riceviamo le parole del nostro giovane lettore:

Buongiorno,
vorrei esporre la mia esperienza con la Questura di Cosenza per il rilascio del porto d’armi: sono un ragazzo di 24 anni e coltivo una profonda passione per la caccia.

Tutto è iniziato ad agosto 2024, quando ho deciso di frequentare il corso per ottenere il porto d’armi a uso venatorio. Fine agosto dello stesso anno ho sostenuto l’esame presso il Dipartimento Caccia e Pesca della Regione, superandolo con successo e ottenendo l’attestato venatorio.

Ho presentato tutta la documentazione necessaria alla caserma dei Carabinieri del mio comune di residenza dove hanno inviato il mio fascicolo alla Questura di Cosenza.

Dopo circa 10-15 giorni, sono stato contattato telefonicamente: mi è stato detto che non potevano rilasciarmi il porto d’armi perché, a loro dire, la mia fedina penale non lo permetteva… E mi invitarono a presentarmi per ritirare il fascicolo, altrimenti avrebbero proceduto con il diniego formale.

Dopo tre giorni, il mio avvocato si è recato in Questura per chiarire la situazione, sottolineando che ero già in possesso di un porto d’armi per uso sportivo, regolarmente rilasciato. Tuttavia, gli è stato risposto che non mi avrebbero concesso il porto d’armi venatorio perché mio padre – con cui risultavo convivente – secondo la residenza anagrafica — aveva diversi precedenti penali, l’ultimo dei quali risalente al 2011, e altri precedenti ancora antecedenti alla mia nascita.

In realtà, io e mio padre non viviamo insieme da tempo. Abitiamo in due case diverse e in due comuni differenti. Solo per motivi pratici, lui non aveva mai aggiornato la residenza.

Questo errore anagrafico è stato corretto nel dicembre scorso. A marzo 2025 ho ricevuto il preavviso di diniego. Con l’assistenza del mio legale abbiamo prontamente presentato una memoria difensiva, spiegando dettagliatamente tutta la situazione, compresa la mia effettiva non convivenza con mio padre.

Ad oggi, a distanza di oltre 3 mesi, non ho ancora ricevuto alcuna risposta dalla Questura, né un diniego formale, né un aggiornamento alla PEC…

Grazie mille

(Lettera firmata)