Lettere 2.0: “Il caro affitti a Cosenza è diventato vergognoso. Siamo costretti ad abbandonare la città.”

Riceviamo lo sfogo di un nostro lettore:

Scrivo queste righe con un misto di rabbia e frustrazione per denunciare una situazione che, in una città come Cosenza, non è più accettabile: il caro affitti.

Cosenza non è certo una metropoli come Roma o Milano, dove i prezzi folli possono essere parzialmente giustificati da un’offerta lavorativa e culturale ampia. Qui, però, la realtà è ben diversa: il costo della vita non è basso, le opportunità lavorative sono limitate e i servizi non sempre all’altezza. Eppure, i prezzi degli affitti continuano a lievitare senza alcun criterio.

È assurdo che per un monolocale si possa arrivare a chiedere cifre spropositate, spesso senza che l’immobile offra standard minimi di vivibilità. Molti appartamenti sono vecchi, poco curati e spesso privi delle minime garanzie di sicurezza e comfort. Eppure, i proprietari non si fanno scrupoli ad approfittarsi della situazione, speculando sulle difficoltà delle persone.

Gli studenti universitari, i giovani lavoratori e le famiglie sono tra i più colpiti. Trovare una casa a un prezzo dignitoso è diventato un incubo. Molti sono costretti ad accettare condizioni inaccettabili pur di avere un tetto sopra la testa. E chi non ce la fa? È costretto a rinunciare ai propri progetti o, peggio ancora, ad andarsene.

Cosenza rischia di diventare una città per pochi, dove chi non ha mezzi è destinato a rimanere ai margini. Serve un intervento deciso da parte delle istituzioni: controlli più severi sugli affitti, incentivi per chi affitta a prezzi calmierati, agevolazioni per chi decide di ristrutturare immobili inutilizzati.

Non possiamo più accettare che il diritto alla casa diventi un lusso. La casa è un diritto fondamentale e deve essere garantito a tutti, senza eccezioni.
Spero che questa mia voce, unita a quella di tanti altri cittadini, possa servire a smuovere le coscienze e a far capire che il caro affitti non è solo un problema economico, ma una vera e propria emergenza sociale.

(Lettera firmata)