“Lettera a Salvatore: «Tu sei il Capitano. Tu resterai l’immenso, unico, CAPITANO ULTRAS»

Riceviamo le parole della nostra lettrice Angela:

“UCCELLO, FIDATEVI, STA VOLANDO…”

“Ho pianto su ogni post, ogni striscione, ogni “urlata a squarciagola” fatta dai miei, nostri splendidi, meravigliosi ragazzi Ultras…

Ho pianto come ha pianto Cosenza e tante altre curve per quel momento all’uscita del Duomo, in cui la canzone è arrivata ovunque con striscioni e colori, i nostri, I SUOI.

SALVATORE, TU, SEI L’ULTRAS NEL SENSO PIÙ FORTE ED ORGOGLIOSO DEL TERMINE. Ti hanno onorato come si fa con pochi poiché la Calabria, Cosenza, la mia amata Cosenza è cuore! Onore agli ultras di Catanzaro per il meraviglioso gesto.

Detto ciò, una mia lettera, una riflessione, prendetela come volete…

Parte dal 1997, Filo Rosso, Unical, eravamo tutti lì, un miscuglio unicamente magico di giovani: studenti, ultras, non era solo la parvenza forzatamente sbagliata del luogo sbagliato, il posto era fortemente giusto, noi amavamo stare con i giovani, che studiassero o meno.

Noi studenti paesanotti, cosentini, giunti da ogni piccolo o grande luogo della Calabria, eravamo un tutt’uno! Ti conobbi, fiero, bello, limpido già da allora con la tua forza immane e la Fede per la squadra ed i tuoi Lupacchiotti. Fiero si, ma sensibile ed estremamente fragile… Quella magica fragilità che probabilmente in modo involontariamente non voluto abbiamo colto molto dopo.

Tu eri un vero vulcano, salti, ballate, canzoni! Quella Cosenza era fantastica. Noi siamo stati la bellissima generazione di forti amori, delusioni, che si mescolavano in quelle serate tra birre e cavolate varie, sciroccati si, in modo assolutamente semplice…

Con alcuni estremamente protettivo, FORTE DEL TUO CARATTERE, ERI SOSTEGNO, ALLEGRIA, QUELLA BALDORIA VISSUTA CON ESTREMA LEGGEREZZA…

Qualcuno ci presentò, quelle parole dette dal ragazzo di città, un ultras, mi ha imbarazzato, ero piccola, venuta dal paese: “cumi si bedda”!

Mi hai mostrato quella tua tenera compostezza comprendendo che le ragazzine come me, in quei tempi, abbassavano la guardia. Hai capito le mie di fragilità, sdrammatizzando in modo genuino e empatico il mio sentirmi quasi fuoriluogo ed inopportuna.

“Ma vida che ca ni scialamu, tranquilla, chini ti tocca”! Protettivo come una sorta di fratello di fede: fedeultras e nella vita.
Ci siamo incontrati spesso:”studia, nu fa cumi a mia, ha capi…?”!

Ma tu avevi già studiato la vita nelle sfumature più belle: il calcio, i tuoi amici, la tua amatissima città. Avevi “studiato” già il “che fare con la vita” per noi troppo semplice, per te meno, tanto meno…

Cresciuto nel quartiere che d’altronde fa storia ma non capito come oggi realizzo noi convinti del tuo essere ‘uno che vola’, non abbiamo profondamente capito te…

Ci incontrammo spesso, un giorno in quel bar “Bronx” alla mano, non sciccoso come ora, per carità, ben venga un bel bar che luccica, ma per noi già andava bene in quel modo.

La prima cosa “come stai”? Gli raccontai le mie perdite ed un dolore talmente egoistico da dimenticare di chiedere del suo…
Ma a te non importava: portatore sano di buone dritte, consigli e tenerezza.

UCCELLO è anche dolcezza… Si è data per scontata una forza che, si, avevi, ma forse più per gli altri che per te. Hai abbandonato paradossalmente Sasà per seguire i tuoi idoli, i tuoi scheletri, i tuoi demoni che riuscivi a percepire negli altri.

Ti ho detto grazie dopo il nostro aperitivo fatto di un semplice campari e nu succu, m’a sfuttuta un’ora!!!! Hai colto il mio soffrire, quei pensieri che persino chi dai per scontato non afferra.

Se avessi studiato, come dicevi a me, saresti stato grande pure in questo. Ahimè la vita, il destino, noi, abbiamo giocato al “per scontato”: cia fa!

Tu sapevi ogni strada, vicolo, monumento, storia, bar, locali, Cosenza era il tuo pane ma non ti abbiamo sfamato abbastanza, poiché ingenuamente convinti che tu volassi sempre e comunque.

Tu sei tutto ciò che in ogni lacrima di quei ragazzi ho visto.
Ti piangono e rimpiangono.
Ti amano e ti rivogliono.
Tu sei il Capitano.
Tu resterai l’immenso, unico, CAPITANO ULTRAS e lo sanno tutti…

Ora, vedendo qualche video del club “Cosenza vecchia”, istituzioni, federazione, si impegnino a far volare con ali libere e con la libertà di una città aperta alla “sanguigna appartenenza” quei ragazzi…

Salvatore ha lasciato un’eredità eterna: l’unione, la fratellanza.

I ragazzi vanno sostenuti in onore di SALVATORE. Meritano di avere sostegni. Salvatore ha lasciato un unico messaggio: VOLATE!

RESTI L’ULTRAS, IL CAPITANO ❤️💙”

Angela