Riceviamo le parole della nostra lettrice:

“Il reparto di Rianimazione: un’esperienza di crescita umana e professionale.
Durante il mio tirocinio infermieristico ho avuto l’opportunità di vivere un’esperienza unica e straordinariamente intensa, che ha segnato profondamente non solo il mio percorso professionale, ma anche quello umano.
Il reparto di rianimazione è, per sua stessa natura, un ambiente in cui la vita e la morte si intrecciano a ogni passo, dove ogni momento è sospeso tra speranza e incognita. Ogni giorno ho assistito a situazioni di grande intensità , ma anche a scene che mi hanno fatto comprendere quanto sia fondamentale, per chi lavora in questo contesto, mantenere un equilibrio emotivo, forte e consapevole.
Quando pensiamo ad un reparto di area critica, la nostra mente è spesso invasa da immagini di silenzio, dal suono incessante dei monitor che segnalano attimi cruciali e da volti segnati dalla preoccupazione e dalla fatica. Ma ciò che ho vissuto in prima persona è stato sorprendente e, in un certo senso, consolante.
Tra i momenti di grande tensione, le manovre urgenti e le situazioni critiche, ho visto qualcosa di sorprendente: sorrisi sinceri, pieni di umanità , che risuonavano con una forza tale da alleggerire l’atmosfera e da dare un senso di maggiore forza e solidarietà a chiunque vi fosse coinvolto.
Non è facile lavorare in un ambiente dove la pressione è continua, dove ogni scelta è vitale, dove ogni giorno ci si confronta con la sofferenza. Eppure, anche nei momenti più difficili, questi piccoli sprazzi di serenità non erano solo un riflesso dell’umorismo che nasce dalla necessità di alleggerire la tensione, ma segni di una comunità che, pur vivendo l’intensità del proprio lavoro, non perde mai di vista il senso profondo dell’umanità .
Non si tratta solo di somministrare farmaci, di regolare respiratori o di monitorare parametri vitali: si tratta di essere presenti, di stare accanto a chi soffre, di dare un conforto anche senza parole, dove, anche un semplice sguardo e un tocco lieve, fa sentire la presenza e l’attenzione di chi si prende cura.
Quei momenti di allegria, che nascevano dalla connessione umana tra di noi, sono stati un’ancora di salvezza, non solo per chi lavorava, ma anche per le famiglie che vivevano l’angoscia della situazione. In un contesto dove la sofferenza è palpabile e il futuro incerto, questi istanti non cancellavano il dolore, ma rendevano l’ambiente più umano, più accogliente, come se ogni piccolo sorriso condiviso, fosse un filo che ci teneva insieme, che alleggeriva la tensione e ci faceva sentire meno soli.
La dedizione che ogni membro del team mette nel proprio lavoro non conosce pausa. Ogni gesto, ogni parola, ogni attimo è carico di attenzione e impegno, ma anche di una grande forza interiore. Lavorare in rianimazione significa non solo essere competenti, ma anche dare una parte di sé ogni giorno, con pazienza, con rispetto, con amore per la vita.
Voglio ringraziare di cuore tutto il personale del reparto di rianimazione dell’A.O. di Cosenza per avermi trasmesso un insegnamento che va ben oltre la tecnica. Mi hanno insegnato che la vera cura non si limita a ciò che è visibile e misurabile, ma abbraccia anche ciò che non si vede: l’umanità , la compassione, la presenza costante, l’ascolto.
Ogni singolo giorno trascorso accanto a loro è stato un’opportunità di crescita e di scoperta, e porterò con me per sempre la loro dedizione, la loro capacità di sorridere anche nei momenti più difficili e, soprattutto, il loro straordinario impegno nel prendersi cura non solo dei pazienti, ma anche di chi lavora al loro fianco.”
M.


