Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:

“Siamo una famiglia “mista”, perché io sono italiana e mio marito è guineano. Ci siamo sposati nel 2019 e abbiamo sempre abitato a Cosenza.
Il nostro primo figlio è nato nel 2021, è andato mio marito a registrarlo all’ASL con i miei documenti e non abbiamo avuto nessuna difficoltà per l’ottenimento della tessera sanitaria.
Il secondo figlio è nato nel 2022. Anche in quel caso andò mio marito all’ASL ma al bambino fecero una tessera sanitaria con la stessa scadenza del permesso di soggiorno del papà, nonostante mio marito avesse portato i miei documenti.
Sono dovuta andare io per dimostrare che il bambino è italiano. La nostra terza figlia è nata due settimane fa. Pochi giorni dopo la nascita mio marito è andato all’ASL con i miei documenti ma, purtroppo, questa volta volevano fare solo la tessera sanitaria di 6 mesi, sostenendo che la bambina non è italiana, anche se la madre è italiana, perché ha un cognome e un nome stranieri.
Mio marito se n’è andato via arrabbiato. Dopo qualche giorno sono andata io, sperando che, vedendo me italiana, non facessero problemi come era stato per gli altri figli. Invece, hanno continuato a sostenere che, pur avendo madre italiana, la bambina non è italiana e che, quindi, per ottenere la tessera sanitaria prevista per i bambini italiani, avrei dovuto portare un documento che attestasse la sua cittadinanza.
Purtroppo lo sportellista ha anche chiamato un suo “superiore” per risolvere la questione ed è stato ancora peggio. Lo sportellista ha detto: “c’è una signora italiana che ha una figlia straniera, ma sostiene che la bambina sia italiana” e il superiore ha risposto: “ma quale italiana? Stiamo scherzando?”…
Volevano fare a tutti i costi la tessera sanitaria di 6 mesi, continuando a sostenere che la bambina non sia italiana e, solo quando io ho rifiutato la tessera sanitaria di 6 mesi e ho detto loro che sarei ritornata con un avvocato, hanno fatto quella di un anno.
Vorrei denunciare il disagio e l’umiliazione che ha subito mio marito, che è in Italia già da diversi anni e che, pur andando con i miei documenti, non è riuscito ad ottenere la tessera sanitaria per la figlia. E anche il disagio che ho subito in quanto pochi giorni dopo il parto sono dovuta andare a risolvere questioni burocratiche.
Voglio sperare che questo episodio sia innanzitutto isolato ma desidero denunciarlo proprio per evitare che capiti ad altre famiglie. Inoltre, voglio sperare che quanto è successo sia stato dettato da ignoranza e non da volontà di discriminazione.
Infine, ci tengo a sottolineare che non ritengo assolutamente l’essere italiani un privilegio e, anzi, vorrei che tutti ci battessimo affinché tutti i bambini, italiani e non, abbiano gli stessi diritti.
Per chiarezza preciso che in Italia vige la legge dello ius sanguinis, ossia, si ha la cittadinanza italiana se almeno uno dei genitori è italiano, anche se si nasce in un altro Paese….!“
(Lettera firmata)


