Nuovo appuntamento con la nostra rubrica settimanale sulla nutrizione, a cura del Dr. Giuseppe Scalercio

Oggi parliamo di glicemia! Un valore importantissimo per la nostra salute metabolica.
Gli esami del sangue rappresentano uno strumento fondamentale per monitorare il nostro stato di salute. Oggi parleremo di glicemia (ovvero il livello di zucchero nel sangue), un valore che riceve sempre molta attenzione perché è strettamente legata a condizioni come la resistenza insulinica e il diabete, malattie in forte crescita a livello globale.
Imparare a comprendere correttamente i risultati degli esami della glicemia e capire il significato di eventuali variazioni è cruciale per la nostra salute, ma spesso c’è confusione su cosa sia effettivamente preoccupante e cosa no.
La glicemia rappresenta la concentrazione di glucosio nel sangue.
Un valore glicemico nella norma è essenziale per garantire che il nostro corpo funzioni correttamente, soprattutto perché il glucosio è la principale fonte di energia per le cellule.
Quando i livelli di glicemia si alzano e rimangono costantemente elevati, come avviene nei casi di iperglicemia cronica, il rischio di sviluppare resistenza insulinica o diabete aumenta considerevolmente.
La resistenza insulinica si verifica quando le cellule del corpo non rispondono più correttamente all’insulina, l’ormone che permette al glucosio di entrare nelle cellule. Questa condizione può portare a diabete di tipo 2 e a una serie di altre complicazioni metaboliche, tra cui malattie cardiovascolari.
Non è necessario allarmarsi ogni volta che la glicemia risulta più alta del normale.
Diversi fattori possono influenzare temporaneamente i livelli glicemici, come lo stress, l’attività fisica, il sonno e persino alcuni alimenti o farmaci. Ad esempio, dopo un pasto ricco di carboidrati, è normale che la glicemia salga, per poi tornare gradualmente a livelli normali.
Valori glicemici leggermente alti non sempre indicano diabete o resistenza insulinica imminente. Ciò che è più pericoloso, invece, è una glicemia che scende sotto i 60 mg/dl, condizione nota come ipoglicemia. In questi casi il rischio di svenimenti, convulsioni o persino coma è concreto.
Se la glicemia riflette i livelli di glucosio nel sangue al momento dell’esame, un indicatore molto più affidabile per valutare l’andamento glicemico nel tempo è l’emoglobina glicosilata (HbA1c).
Questo valore misura la percentuale di emoglobina legata al glucosio e fornisce un quadro della glicemia media degli ultimi tre mesi.
Un valore di HbA1c elevato suggerisce che la glicemia è rimasta alta per un periodo prolungato, indicativo di un rischio maggiore di sviluppare complicanze metaboliche. È per questo che l’emoglobina glicosilata è un parametro chiave da monitorare, poiché fornisce una visione più ampia e affidabile rispetto a una singola misurazione di glicemia.
Come Tenere a Bada la Glicemia?
Mantenere la glicemia sotto controllo non è soltanto una questione di evitare zuccheri semplici o alimenti ricchi di carboidrati. Un approccio più olistico, che tiene conto del bilanciamento dei pasti e dell’attività fisica, è cruciale. Ecco alcune strategie utili:
- Bilanciare i pasti: Assumere carboidrati, proteine e grassi in giuste proporzioni aiuta a evitare picchi glicemici. I carboidrati devono essere associati a proteine e fibre, poiché queste rallentano l’assorbimento del glucosio nel sangue, prevenendo aumenti rapidi della glicemia.
- Consumare cruditè di verdura prima del pasto: Le verdure crude, come insalate, cetrioli o carote, aiutano a moderare i picchi glicemici postprandiali. Le fibre in esse contenute riducono l’assorbimento del glucosio e stabilizzano i livelli di zucchero nel sangue.
- Fare un digiuno serale 1-2 volte a settimana: Interrompere l’assunzione di cibo in serata, magari saltando la cena un paio di volte a settimana, può migliorare la sensibilità insulinica e regolare meglio i livelli di glicemia. Il digiuno intermittente si è rivelato efficace per migliorare il controllo glicemico in molte persone.
- Aumentare l’attività fisica: Il movimento aiuta il corpo a utilizzare il glucosio presente nel sangue, riducendo così i livelli di glicemia. Anche una semplice passeggiata dopo i pasti può avere un impatto positivo sulla glicemia.
L’Alimentazione Come Arma Principale
Il fattore determinante resta dunque il cibo.
La dieta moderna, ci porta a fare pasti sempre ricchi di carboidrati e zuccheri. Alimenti industriali, pieni di zuccheri nascosti, non solo causano picchi glicemici frequenti, ma abituano il nostro palato a preferire il dolce, innescando una sorta di dipendenza da zucchero.
Un ritorno a un’alimentazione più naturale, basata su cibi poco lavorati, è la chiave per tenere sotto controllo la glicemia. In passato, l’essere umano assumeva zuccheri semplici quasi esclusivamente dalla frutta, e i dolci erano preparati solo in rare occasioni speciali, come le festività.
Oggi, invece, lo zucchero è ovunque, e ciò si traduce in una gestione sempre più difficile della glicemia.
Per ripulire l’alimentazione, è necessario ridurre drasticamente il consumo di:
- Zuccheri raffinati (presenti in dolci, bevande zuccherate, snack)
- Carboidrati raffinati (pane bianco, pasta non integrale)
- Alimenti processati e confezionati che contengono zuccheri nascosti.
In parallelo, bisogna aumentare l’assunzione di cibi ricchi di fibre, come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, che aiutano a regolare l’assorbimento del glucosio. E non dimentichiamo l’importanza del movimento, un altro fattore chiave che era parte integrante dello stile di vita dei nostri antenati e che oggi, con la vita sedentaria, viene spesso trascurato.
La salute metabolica è alla base del nostro benessere, e una glicemia stabile e ben regolata è un passo fondamentale per mantenerla nel tempo.
Ringraziamo il nostro Dr. Scalercio, al quale vi rimandiamo per eventuali consigli ed approfondimenti. Questi i suoi canali ufficiali:
Appuntamento a settimana prossima con una nuova puntata di “Ben-essere 2.0”!
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